sabato 16 febbraio 2013

OneBillionRising: the day after

Dopo il Flash Mob del 14 febbraio 2013 promosso da One Billion Rising e sostenuto da circa 200 paesi nel mondo, la domanda che più frequentemente ora si pongono tutti coloro che hanno partecipato è una: "e adesso?"
Non è certo una domanda di smarrimento ma direi piuttosto retorica perché esprime più una voglia di continuità, un desiderio di continuare a cavalcare l'onda del risveglio globale. Tant'è che i commenti a questa domanda postata nei vari gruppi nati sui social network, sono proposte. Proposte per attuare nuove iniziative affinché non si spenga questa energia che ha pervaso e unito così tanti paesi nel mondo.
Sono in molti ad essersi resi conto che per poter attuare un cambiamento reale, creare una realtà diversa per vivere in un futuro migliore, devono partecipare attivamente, in prima persona.
E si sono resi conto che per essere ascoltati dai rispettivi governi, devono esprimere le loro opinioni attraverso momenti eclatanti come lo è stato il Flash Mob nel giorno di S. Valentino.
E probabilmente è anche per questo che nessuno ha chiuso le pagine dedicate alla partecipazione dell'evento sui social network, che sono servite appunto per l'organizzazione del Flash Mob appena trascorso.
Ci sono altre iniziative che si stanno preparando. Per il momento sono individuali, ognuno per la propria città, ma tutti si augurano che anche queste siano realizzate in modo globale attraverso il tam tam che ha caratterizzato l'iniziativa OBR.


Una delle pagine appena nata durante il post-FlashMob-O.B.R. è "One Billion Rising United in the world" e si è prefissa l'obiettivo di mantenersi collegata con le varie altre pagine individuali, per poter passar parola più facilmente sulle nuove future iniziative, che siano globali o che siano svolte nei singoli paesi.
Nessuno vuole mollare la presa. Nessuno vuole smettere di cavalcare quest'onda di fratellanza che tiene collegate tutte le nazioni, tutti i paesi della Terra.
I prossimi eventi sono già in elaborazione, così come sono già pronte molte petizioni. Richieste che si stanno inviando, ognuno ai propri governi. Una delle petizioni lanciata appena due giorni fa racchiude una visuale a 360° sulle misure da attuare nel nostro Paese. Raccoglie una serie di proposte (ma soprattutto richieste), che mirano a valorizzare e potenziare le risorse esistenti per colmare i vuoti dell'assenteismo delle istituzioni riguardo al problema "femminicidio" ormai divenuto insostenibile.

La violenza di per sè è prepotenza, egoismo e mancanza di rispetto per la vita, e quella perpetuata sulle donne non può dirsi riconducibile né alla  marginalità sociale, né alla psicopatologia, né alla "passionalità"   in quanto scaturisce da un retaggio culturale patriarcale e questo, purtroppo, fomenta di conseguenza la corrispondenza di un sentimento violento che inevitabilmente forma un circolo vizioso.

Ma le questioni della violenza, del femminicidio, della pedofilia, del mercato della prostituzione, del rispetto dei diritti umani, del rispetto della vita e dei diritti delle donne, non sono problemi che appartengono soltanto al paese Italia. Si estendono ben oltre. Ed è per questo che è essenziale essere uniti nel far sentire la propria voce, da un capo all'altro del mondo.
E' tempo di mettere fine a rapporti insani nelle società del mondo attraverso iniziative globali per far sentire la propria voce, sì, ma anche (se non specialmente) con atti mirati volti all'educazione alla socialità e quindi al rispetto della vita e dei diritti umani.

Tuttavia, nell'attesa che le richieste portate ognuno alle proprie istituzioni vengano realizzate, resta il fatto che le donne adesso sono stanche di essere maltrattate e discriminate. Ed è adesso che si stanno riunendo, discutendo, protestando, proponendo. Ed è adesso che si stanno organizzando tra di loro per diventare un unico corpo. Ed è adesso che già stanno prendendo provvedimenti atti alla preservazione della loro protezione, anche seguendo corsi di auto-difesa ... da un capo all'altro del mondo!

La nuova primavera femminile e femminista è cominciata.



Fra le tante notizie apparse nel gruppo "One Billion Rising United in the World" ne vorrei pubblicare un paio qui.
Una riguarda l'Afghanistan:
"Il Primo sindaco donna  dell'Afghanistan, Azra Jafari, ha ricevuto il rispetto della sua comunità per come si è battuta e combatte per migliorare la vita e cambiare gli atteggiamenti nei confronti delle donne". www.guardian.co.uk

L'altra riguarda l'India:
"Pokaran - Rajasthan - One Billion Rising nel distretto di Jaisalmer, Jodhpur e BArmer: One Billion Rising day è stato celebrato presso il campo di GRAVIS coinvolgendo centri e villaggi, attraverso il personale di GRAVIS. In Pokaran (Jaisalmer) e Baap (Phalodi), 325 gruppi Self Help hanno partecipato a questa celebrazione, compresi i capi di governo locale, il personale della banca e altri membri conosciuti dal personale di GRAVIS.
Tutti hanno mostrato la loro preoccupazione e condiviso le loro opinioni riguardo questa grande festa. Il personale di GRAVIS ha condiviso l'importanza di questa celebrazione con i membri presenti. Il giorno One Billion Rising è stato celebrato per prendere l'impegno di  mettere fine a  tutte le violenze contro le donne. Lo scopo di questa celebrazione sta facendo alzare la voce delle donne nella società. Le donne dei villaggi hanno partecipato molto nei discorsi. Hanno condiviso le esperienze di vita. Hanno condiviso l'importanza dell'educazione dei bambini, delle ragazze, e hanno preso l'impegno che si fermeranno i matrimoni da bambini e promuovernno la formazione femminile.

I banchieri alle riunioni hanno parlato di fonti di reddito per le donne e hanno mostrato loro preoccupazione offrendo aiuto per le donne in ogni aspetto. I capi dei governi hanno anche promesso che prenderanno misure per fermare la violenza contro le donne e daranno loro supportano pienamente, ogni qual volta sia necessario.

Il personale di GRAVIS ha detto di voler collegare i gruppi di donne, in modo che la comunicazione e lo sviluppo di SHGs possa essere attuato. Inoltre vari altri benefici di governo e regimi sono stati discussi e condivisi con i membri presenti nelle celebrazioni. Le donne hanno anche informato che nel giorno di One Billion Rising, celebrato in tutto il mondo, erano molto felici di aver collaborato per rendere questo evento un successo.

"Per molti anni le donne sono state discriminate sin dalla loro nascita, ma ora è tempo di attuare il cambiamento. Ora non dovremmo più tollerare queste cose. Le donne dovrebbero ottenere pari diritti in ogni situazione. Non dovrebbero essere più rese colpevoli degli stupri attuati a loro discapito, e gli stupratori devono essere puniti."
Hanno anche fatto luce sulla formazione delle bambine per far capire che "se studieranno, poi nella prossima generazione sarà (in automatico) che l'educazione passerà a tutte e tutti. Il concetto di educazione femminile dovrebbe essere spinta ora, e le donne dovrebbero ottenere pari diritti in ogni aspetto."
La celebrazione si è conclusa con queste promesse.
Tratto dal Giornale di  Pokaran: Dainik Nayjyoti Pokaran Rajasthan Patrika Jodhpur (Barmer - Jaisalmer) 

Chiudo questo articolo con una considerazione di Dave Zirin che discute la mancanza di responsabilità per quei maschi colpevoli di crimini violenti contro le donne in Sud Africa e Stati Uniti: "E' un problema globale che sarà risolto solo con una risposta globale, se vogliamo realizzare anche il sogno di un mondo dove la violenza contro le donne sia una reliquia della storia. Questo è il sentimento che si cela dietro le iniziative come 'One Billion Rising per mettere fine alla violenza contro donne e ragazze', e questo tipo di solidarietà coraggiosa e di supporto è estremamente benvenuta".

Enza Colotti