mercoledì 27 novembre 2013

Il tempio della Donna

La donna era libera e selvaggia. Viveva pienamente il suo corpo. Amava il suo corpo. Il suo corpo l'amava.
Amava la conoscenza e imparò come mescolare le erbe per aiutare gli altri.
Era un guaritrice.
Lei era innamorata dell'amore e innamorate della vita.
Aveva rispetto per se stessa. Rispetto dei bambini. E degli uomini. E degli anziani.
Era assolutamente se stessa.
A piedi nudi, a capo scoperto, cuore aperto, rideva generosamente così come muoveva i suoi generosi fianchi.

Poi il sacerdote è arrivato dalle città. Le disse di coprirsi di vergogna. Istigò i suoi amici contro di lei. Lei è stata bruciata.
Il suo bel corpo, bruciato in cenere.
Ma il suo spirito e il cuore vivevano.
Non potevano prendere lo spirito e il cuore. Nessuno poteva.
Non avrebbe mai ceduto la sua anima.
Provò di nuovo. Una nuova vita. E' stata di nuovo bambina e di nuovo ragazza.
In Cina questa volta. Non durò a lungo la sua vita neanche qui. L'hanno buttata giù nel freddo, buio.
Il suo spirito è risorto.
Hanno in tutti i modi tentato di scoraggiarla ma lei era determinata.
Ha scelto di tornare.
Ancora e ancora.

Ogni vita sembrava portarle solo più dolore.
Le hanno imposto di coprire i capelli e il viso.
L'hanno picchiata per disobbedienza.
Rinchiusa in manicomi.
Hanno fatto un sacco di altre cose, troppo.
Ha imparato a conoscere la crudeltà.
Ha imparato il perdono.
Attraverso tutto questo, ha mantenuto una fiamma accesa dentro di sé, Ricordava chi era per mantenere accesa la fiamma.
Ha avuto in cambio l'astuzia e l'intelligenza, così come la saggezza.
Le hanno negato l'ingresso nelle moschee, nei templi e nelle chiese, è stata usata come un oggetto.
Ma lei continuava a tornare.
Continuava sempre più caparbia , più saggia , più determinata.
Più potente. Più amorevole.
Non potevano dirle chi fosse.
Perché lei ricordava.
 
Non potevano sottometterla ancora per molto tempo.
Ogni volta, lei risorgeva dai morti.
Ogni volta lei ha imparato a brillare più luminosa.
Sapeva che la sua Luce era sia la sua salvezza che la dannazione.
Non era la tentazione istigata dalla sua pelle.
Era quello che brillava attraverso di essa.
Sapeva che se avesse continuato a brillare avrebbe di nuovo patito il male da chi aveva ancora paura di essere accecato dal suo bagliore.
L'ha fatto comunque. Ha scelto di brillare.
Lo ha fatto con tutto l'orgoglio e la rabbia e tenerezza e la libertà che poteva.
Perché sapeva che , un giorno , i suoi amici sarebbero tornati.
I suoi piedi e capelli e lo spirito sarebbe stato liberato.
E la sua voce sarebbe stata ascoltata.

Li amava comunque.
Perché lei sapeva chi era.
E loro non potevano capire .
Loro erano spaventati da tutto questo brillare.
Il tempio della donna è questo:
Sta tornando.
Sta risorgendo di nuovo.
Come ha sempre fatto.
E' la scelta di lodare e benedire la vita degli altri anche se nella loro piccolezza l'hanno perseguitata. Lei non combatte con rabbia. Lei Brilla.
Lei sa di essere una guerriera antica e sa bene che non c'è mai stata una guerra.

Era solo un sogno. Un incubo. Un'illusione.
Perché il tempio della donna è la sua anima.
Le offerte della donna sono la sua luce, il suo potere e la sua forza.
Il suo amore in tutta la sua selvaggia libertà.
La sua morbidezza è la sua forza.
Il suo cuore è il suo più grande strumento e apre i cuori e le menti degli abitanti dei villaggi in tutto il mondo.
Il suo altare è il bosco, il mare, le montagne.
La sua preghiera è questa e solo questa:
AMO, QUINDI, IO SONO.


Courtney A. Walsh

domenica 24 novembre 2013

Honduras: Nobel Women Initiative

Siamo in molti a non sapere quanto duramente in Honduras si sta lottando per il ripristino della democrazia e dei diritti umani. Di seguito, un comunicato di JASS Mesoamerica e un messaggio di alcune donne premio nobel per la pace:
Honduras JASS 2013 elezioni: "Gli elicotteri attraversano di nuovo  il cielo e i militari occupano ogni centimetro della nostra terra. Tutto un popolo che ha resistito per 4 anni alla dittatura militare è pronto a votare e per iniziare una nuova era di ri fondazione. Tuttavia le strade sono ancora spoglie, si torneranno a inondare di una marea di uomini e donne che lottano per la democrazia? torneremo a vivere l'orrore? Continueremo ad essere sommersi nella dittatura? tutto è molto incerto, pero la speranza di una Honduras buona per tutte e tutti è la certezza che accompagna i nostri cuori, oggi, il 24 di novembre come ha fatto in quel 28 giugno. Vi terremo al passo delle informazioni." 
 Daysi Flores 

‪#‎EleccionesHonduras2013‬ MESSAGGIO DELL'INIZIATIVA DELLE DONNE PREMIO NOBEL DELLA PACE (pubblicato oggi - 24.11.2013 - nel periodico di El Heraldo)
Come donne insignite del Premio Nobel della Pace, esprimiamo la nostra preoccupazione per il clima di tensione che ruota intorno al processo elettorale e il nostro interesse per lo sviluppo democratico e conforme al diritto delle prossime elezioni in Honduras.
Dalla la nostra visita al paese nel gennaio del 2012, abbiamo constatato che il paese affronta un contesto di polarizzazione sociale, la violenza e le violazioni dei diritti umani, che si sono venuti ad aggravare a seguito del colpo di Stato del 2009.
Ci preoccupano le recenti aggressioni perpetrate contro le difensori Karla Lara, Berta Oliva, Gilda Rivera, Suypa Martinez, attraverso campagne diffamatorie, così come la criminalizzazione delle difensori del territorio come Berta Caceres, Magdalena Morales e Ethel Corea.
Riconosciamo che il processo elettorale rappresenta una speranza per la restituzione della democrazia e dello stato di diritto, così come per promuovere profondi cambiamenti che superano la disugualianza e la violenza, che hanno un impatto particolare sulle donne.
Apprezziamo le iniziative delle organizzazioni femminili e femministe per osservare e contribuire al buon svolgimento del processo elettorale, come è il caso dell'Osservatorio di Violazione ai Diritti Umani e della Resistenza delle Donne.

Confidiamo che durante il processo elettorale e nei giorni successivi si garantirà il rispetto ai diritti umani, particolarmente delle persone difensori e giornalisti, e delle/degli osservatori internazionali. 


Aggiornamento al 3 marzo 2016: 
 

Purtroppo questo aggiornamento non è una bella notizia perché è stata assassinata Berta Caceres: ecologista e leader del Copinh (Consiglio delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras), che da vent’anni rischiava la vita per difendere l'ambiente in Honduras e gli indigeni Lenca.
Fondato nel 1993, il Copinh raccoglie circa 200 comunità Lenca.
Ha fermato speculazioni minerarie, contribuito alla nascita di aree forestali protette, vigilato sulle violazioni dei diritti umani e promosso processi di autonomia, istituendo scuole, radio comunitarie, centri medici, antiviolenza e di formazione professionale. Un movimento spesso minacciato dagli squadroni della morte al soldo delle imprese (101 gli omicidi di ecoattivisti registrati nel Paese dal 2010 al 2014). Soprattutto dopo il colpo di Stato del 2009, seguito dall’impennata dei mega-progetti idroelettrici e minerari approvati. La vita di Berta è solo un dettaglio nei prezzi che hanno questi progetti.

http://www.theguardian.com/world/2016/mar/03/remembering-berta-caceres-interview-la-esperanza-honduras-human-rights 

Qui una recente sua intervista su Left: http://www.left.it/2016/03/03/honduras-assassinata-berta-caceres-la-leader-degli-indigeni-lintervista-che-ci-aveva-concesso-pochi-mesi-fa/

sabato 23 novembre 2013

Il Divino Femminile

La donna sta riavvolgendo il suo potere ritornando a se stessa.
Nel corso della vita  aveva dato via il proprio potere al genitore, al prete, al politico, alla società, all'ideologia, alle sue paure e così via.

Il potere di fare delle scelte è quello che sta recuperando.
Nel mondo pieno dei trucchi del condizionamento, la sua gabbia dorata era invisibile.
Ogni volta che provava a liberarsi batteva contro le sbarre, e si faceva male.

Ora sta imparando la magia di smantellare sua gabbia.
Sta realizzando che la gabbia è stata costruita con il suo dolore e la sua obbedienza.
Il suo intento potente la farà scomparire.
Potete vederla in piedi sul bordo dei suoi limiti, che fa i primi passi in un terreno sconosciuto.
Sta ottenendo un assaggio della vera libertà .

La Donna ora si sta rendendo conto che un altro nome della libertà è la responsabilità.
Questo nuovo spazio è non è il posto adatto alla colpa, all'evasione o alla negazione.
Quelli sono i luoghi di impotenza, e lei non sta andando più lì.

Ogni volta che si immerge nella sua energia , chiede a se stessa:
"A chi sto delegando il mio potere?"
E sempre lei si rende conto di aver nutrito una paura, un'emozione tossica, o la paura del rifiuto
Si chiede se sta "abusando" della parola "paura".
 
Le farfalle che sente nello stomaco potrebbero essere dettate dall'emozione, dall'incertezza di essere in piedi sul bordo del non conosciuto contemplando un salto nel vuoto.
La sua mente non può aiutarla in questo.
Il suo cuore e il suo corpo saranno il suo aiuto.

Così sta imparando a sentirsi al sicuro nel suo corpo, e trasforma i nuovi passi in avventura.
Sentirsi più sicura è il suo nuovo obiettivo o forse deve solo disimparare cosa ha appreso nella sua vita in gabbia.
Quando essa osa, si accorge con stupore che l'universo pone un tappeto rosso sul suo cammino.

Joyous Woman
Il Divino Femminile

La donna sta riavvolgendo il suo potere ritornando a se stessa . Nel corso della vita , aveva dato via il proprio potere -al genitore , al prete , al politico , alla società , all'ideologia , alle sue paure e così via .
 Il potere di fare delle scelte è quello che sta recuperando .
 Nel mondo pieno dei trucchi del condizionamento , la sua gabbia dorata era invisibile . 
Ogni volta che provava a liberarsi batteva contro le sbarre , e si faceva male.

Ora sta imparando la magia di smantellare sua gabbia .
 Sta realizzando che la gabbia è stata costruita con il suo dolore e la sua  obbedienza. 
Il suo intento potente la farà scomparire .
 Potete vederla in piedi sul bordo dei suoi limiti ,che fa i primi passi in un terreno sconosciuto. 
Sta ottenendo un assaggio della vera libertà .

La Donna ora si sta rendendo conto che un altro nome della libertà è la responsabilità. 
Questo nuovo spazio è non è il posto adatto alla colpa , all'evasione o alla negazione . 
Quelli sono i luoghi di impotenza , e lei non sta andando più lì .

Ogni volta che si immerge nella sua energia , chiede a se stessa- 
' A chi sto delegando il mio potere? ' , E sempre lei si rende conto di aver nutrito una paura, un'emozione tossica, o la paura del rifiuto. 
Si chiede se sta "abusando" della parola "paura". 
Le farfalle che sente nello stomaco potrebbero essere dettate dall'emozione, dall'incertezza di essere in piedi sul bordo del non conosciuto contemplando un salto nel vuoto. 
La sua mente non può aiutarla in questo.
Il suo cuore e il suo corpo saranno il suo aiuto.
Così sta imparando a sentirsi al sicuro nel suo corpo, e trasforma i nuovi passi in avventura.
Sentirsi più sicura è il suo nuovo obiettivo o forse deve solo disimparare cosa ha appreso nella sua vita in gabbia.
Quando essa Osa, si accorge con stupore che l'universo pone un tappeto rosso sul suo cammino.


 Joyous Woman

Lecce: donne allontanate dal centro antiviolenza

Denuncia choc: "Donne allontanate dal centro antiviolenza, i nomi a Motta"

E' stata una conferenza stampa dai toni concitati quella che si è tenuta presso la struttura che offre sostegno alle vittime della violenza di genere. Oltre alle anomalie di una convenzione con l'Ambito territoriale sociale, non ancora sottoscritta, la segnalazione di pressioni subite da alcune assistite
articolo di Valentina Murrieri14 novembre 2013
 
LECCE – Anomalie concentriche. Una dentro l’altra. Sono quelle denunciate, nel corso della mattina, dalla portavoce del Centro antiviolenza “Renata Fonte”, Maria Luisa Toto. Dei contorni torbidi avvolgerebbero, innanzitutto, la vicenda legata ad una convenzione relativa al 2013 che la struttura dovrebbe (avrebbe già dovuto) sottoscrivere con l’Ambito territoriale e sociale di zona, di cui è presidente Paolo Perrone. Ma la questione più inquietante, segnalata dalle volontarie del centro, è un’altra. E riguarderebbe  direttamente le “utenti” dell’associazione. Quelle donne, cioè, vittime di violenza di genere che prende forma in umiliazioni psicologiche, fisiche, sessuali ed economiche.
Almeno cinque di loro, infatti, nel corso degli ultimi mesi, sarebbero state avvicinate da persone vicine al settore pubblico, ed esortate ad abbandonare il centro “Renata Fonte”. Esortate a cambiare struttura perché ritenuta debole,  ininfluente “nelle alte sfere” (queste le parole riportate da alcune delle cinque donne, ndr). I casi, tutti slegati tra loro, hanno però un filo invisibile che li riannoda.

Un gioco di potere, una sorta di braccio di ferro che sarebbe in atto tra il centro stesso e un altro soggetto, inteso come ente, o come istituzione, che sta spadroneggiando e lottizzando il dolore femminile rendendolo un business e che ora Maria Luisa Toto vorrebbe identificare. “Chi sono i nemici delle donne? Fuori i nomi. Chi si nasconde dietro quest’operazione pianificata per screditare il nostro lavoro?”. E ancora: “Quali interessi si celano? E a chi potrebbe risultare scomodo il nostro centro?”.

Una settimana di tempo a partire da oggi. Questo l’aut aut lanciato dalla direttrice del centro, "Si facciano avanti per un confronto, o i loro nomi finiranno sul tavolo del procuratore Cataldo Motta”. Alcuni di questi “loro” nomi, dunque, si conoscerebbero già. E persino l'ente "antagonista" sembra avere ormai un identikit. Tutto sarebbe partito da una delle donne prese in carico  che, un giorno, ha comunicato di voler abbandonare l’iter intrapreso, per essere seguita da una struttura pubblica.
Un mese dopo, però, si è ripresentata per chiedere nuovamente assistenza ed elencare una serie di pressioni esterne subite, pur di prendere le distanze dalla struttura antiviolenza.

Sarebbe stata invitata a rivolgersi a un bravo e “costoso” avvocato, per dirimere con successo le questioni economiche in sospeso con il proprio ex marito. Una violenza nella violenza, insomma.
Assieme a questo caso, ne sono spuntati altri. Di altre ragazze gettate in confusione, convinte o costrette ad abbandonare il sostegno delle volontarie. Un team composto da psicologhe, assistenti sociali, avvocatesse che, da 15 anni, offrono un aiuto alle altre donne. Centinaia soltanto nel primo semestre del 2013.
foto-121-10Numeri che, per l’amministrazione pubblica, sono importanti. Tanto da considerare, con la delibera numero 4 del 24 gennaio del 2011, il centro antiviolenza, a pieno titolo, come struttura convenzionata con l’Ambito territoriale di zona di Lecce (e che include anche altri comuni dell’hinterland) presieduto da Paolo Perrone. 
Si trova elencata nella serie di servizi offerti, e nella rete nazionale delle strutture che offrono il sostegno grazie al numero gratuito 1522. 

Tutto questo, sì, ma solo sulla carta. Fino ad ora, neppure il becco di un quattrino. In quell’occasione un finanziamento regionale di circa 45mila euro fu stanziato per il centro antiviolenza. Ma la copertura del 2011 e quella del 2012 costituiscono un mistero per le socie del gruppo, le quali denunciano: “Eppure, le istituzioni si sono fregiate di avere a disposizione un centro antiviolenza dell’Ambito”.
Poi la novità. Dal primo gennaio dell’anno in corso, un’altra delibera con la proposta di un’altra convenzione e 10mila euro di finanziamenti da destinare al “Renata Fonte”.
Fino ad ora, però, quest’accordo non è stato siglato. E per condizioni che la portavoce ritiene inaccettabili (dall’Ambito vorrebbero poter accedere ai dati delle “utenti”, mentre il centro tiene alla privacy delle sue assistite), e per motivi che le volontarie ritengono al momento oscuri, quest’intesa non è stata raggiunta e il 2013 è ormai agli sgoccioli.
Un’altra delle anomalie sulle quali Maria Luisa Toto pretende di fare chiarezza. “C’è, di fondo, una mancata volontà a raggiungere un accordo. Ma tangano giù le mani dalle donne e non provino a ricattarle. Ora è il momento della verità”.

venerdì 22 novembre 2013

25 nov. 2013 Gazebo Rosa a Roma

Anche L'Associazione ONLUS "Il Gazebo Rosa" (presidente Rosa Visciano) sarà a Roma il 25 novembre. L'appuntamento è in Piazza del Parlamento - per maggiori info potrete chiamare il nr. 339 6563193


25 nov. 2013 Eventi contro il femminicidio

Comunicato di Adriana, Barbara e Tiziana trasmesso  da Carmela Blandini nella pagina facebook  
 
Sciopero è la parola suggestiva - ma scomoda – che ha contaminato la nostra campagna politica contro il femminicidio in tutti questi mesi. “Come possiamo attuarlo?” ci avete chiesto, in decine e decine di mail. E come averne la copertura sindacale e l’agibilità senza incorrere in sanzioni e procedimenti disciplinari, o peggio ancora, in licenziamenti?
Care amiche, care compagne, car@ tutt@,
per chiarezza è utile sapere che nessuno sciopero propriamente detto è stato proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Come esempio, citiamo dal sito della Cgil che, per lunedì prossimo 25 novembre “invita le lavoratrici e i lavoratori a partecipare alla Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, nel quadro di una vasta e articolata mobilitazione nazionale, che vede i territori impegnati con iniziative sindacali unitarie fuori e dentro i luoghi di lavoro”.
Nel frattempo, i sindacati di base Usi e Slai Cobas per il Sindacato di classe hanno invece indetto lo Sciopero. Ecco dove e come si articolerà: a Palermo, nella scuola, al Policlinico, nelle cooperative sociali; a Taranto tra le lavoratrici delle pulizie nelle scuole statali e degli appalti comunali, tra le operaie della Pasquinelli-Amiu; a Milano nelle scuole, tra le insegnanti precarie, all’ospedale San Paolo; a Bologna nelle scuole statali e comunali (in una, pur di non farsi carico del lavoro delle colleghe, sciopera anche il bidello!), tra le insegnanti di ruolo e precarie, nel Comune, nelle cooperative sociali, all'Ipercoop.

Un’altra buona notizia viene da Valbrembo (Bergamo), dove alla N&W Global Vending , oltre mille dipendenti e tra le maggiori realtà metalmeccaniche della provincia, è stato indetto uno “Sciopero delle Donne – 8 ore – intera giornata” per lunedì 25 novembre. Il volantino è comparso in bacheca mercoledì 20 e porta la firma della Rsu Fiom Cgil, precisando che lo sciopero è indetto per tutti, anche per i lavoratori. Siamo sicure di non sbagliarci: l’iniziativa non trova precedenti in nessun’altra fabbrica d’Italia.

Negli altri casi, come fare? Vi riportiamo ancora un esempio, viene dal comune di Pegognaga, in provincia di Mantova, che ha aderito al nostro Sciopero delle donne. Qui, studentesse, studenti e insegnanti delle terze classi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Pegognaga, dalle 12.15 e fino alle 12.30 scenderanno in piazza Matteotti , dove distribuiranno spillette simboliche realizzate nell’ambito di un progetto proposto dalla Commissione Pari Opportunità, sul tema della violenza contro le donne.
Dunque, per un quarto d’ora, “sciopereranno” dalla scuola. Come chiamarlo altrimenti? Di queste manifestazioni più o meno organizzate, fuori dalle righe e dalle regole istituzionali, ce ne sono state segnalate a centinaia in tutta Italia (le trovate sul nostro sito www.scioperodelledonne.it, in particolare nella sezione Città x Città).

Insomma, si può fare. E allora usciamo e fermiamoci nei luoghi di lavoro, garantiti e precari, usciamo di casa e dalle incombenze quotidiane di cura, assistenza e quant’altro (chiedendo anche agli uomini , almeno per quel giorno, di fare loro ciò che noi facciamo d’abitudine!). Facciamo pesare la nostra assenza e facciamo tutto questo in rosso, così che anche chi non potrà fermarsi neanche per dieci minuti darà un segnale visibile - con foulards, guanti, cappelli, giacche di quel colore - e di identità, come abbiamo voluto fare noi con le magliette disegnate da Anarkikka. Esponiamo ovunque drappi, tappeti, stoffe rosse: uniamo il paese con il filo rosso della forza e della protesta!
Di tutto questo, poi, mandateci le foto così avremo un racconto collettivo del 25 novembre e chi vuole può partecipare al flashmob online organizzato dalle amiche e amici di Milano (www.funmob.com/basta).

Siamo sicure che anche per voi questo è solo l’inizio. Continuiamo a far crescere la rete dal basso, a diffondere e condividere l’idea.
Da questo momento in poi, ogni anno sarà l’anno del countdown al rovescio: quanti anni dovranno passare ancora perché alle donne vengano pienamente riconosciuti diritti, autodeterminazione, libertà, dignità e rispetto? Fino a che non vedremo cambiamenti reali sarà Scio…però permanente.
Nessuna celebrazione del 25 novembre potrà mai ridarci indietro le nostre sorelle uccise, e neanche quelle mutilate nei genitali, o stuprate in guerra, o violentate, o percosse, o semplicemente lasciate morire. Possiamo però far sì che non passino sotto silenzio. Abbiamo una grande occasione, usiamola. E abbiamo questo tempo, insieme alle nostre teste e alla nostra passione. Usiamo tutto questo per arrivare prima possibile ad una giornata completa di Sciopero.
Facciamolo noi, tutte le donne, perché per noi non lo farà nessuno!

Un abbraccio scioperante,

Adriana, Barbara e Tiziana


mercoledì 20 novembre 2013

25 novembre 2013 manifestazione delle/per le donne

"NESSUNA PIU' " 25 novembre 2013 GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
DALLA NEWSLETTER DEL COMUNE DI AVIGLIANO
A FIRMA DELL'ASSESSORE ANNA D'ANDREA

Il 17 Dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 Novembre quale Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, invitando i governi ad organizzare iniziative e manifestazioni finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno sociale in quotidiano aumento.

La Commissione Pari opportunità del Comune di Avigliano, il Gruppo Coordinamento Donne, il Forum delle Associazioni e il Forum dei Giovani hanno deciso di accogliere questo invito, promuovendo due iniziative, nei giorni 24 e 25 Novembre c.a., di cui una nelle Frazioni e l’altra in Avigliano Centro.

La mattina del giorno 24 Novembre prossimo si svolgerà un corteo durante il quale i partecipanti porteranno un drappo rosso.
Si partirà alle ore 10,00 da Piazza Troisi, a Possidente, per arrivare in Piazza Federico II , a Lagopesole, ove sarà collocato il drappo e saranno sistemate delle scarpette rosse quali simboli della violenza perpetrata sulle donne.
Seguirà il flash mob sulle note della canzone “BREAK THE CHAIN” e un momento di riflessione al termine del quale sarà possibile visitare gratuitamente la mostra temporanea “Il Medioevo delle donne” nel castello Federiciano.
 
La sera del 25 Novembre, invece, l’iniziativa si ripeterà nella città di Avigliano partendo, con un corteo organizzato, dal piazzale della stazione FAL.
Alle ore 17,00 per raggiungere piazza Emanuele Gianturco ove verranno letti brani che saranno lo spunto di riflessione per contrastare un fenomeno aberrante come è quello della violenza sulle donne.

L’Associazione Commercianti di Avigliano aderisce alla manifestazione “SPEZZA LA CATENA” allestendo le vetrine dei negozi con drappi rossi e con cartelli recanti il numero di Telefono Donna.

Esprimo grande soddisfazione per la collaborazione instaurata tra gli Organismi Istituzionali , le Associazioni e il l’intero territorio per un’emergenza che merita attenzione, sensibilizzazione e mai indifferenza e ci aspettiamo grande partecipazione per un’iniziativa che vuole gridare “NESSUNA PIU’”.

Avigliano, 25/09/2

L’ASSESSORE
Anna D’ANDREA

domenica 17 novembre 2013

Doris Lessing

Addio alla Nobel Doris Lessing, l'Africa fu la sua musa


Addio alla Nobel Doris Lessing  l Africa fu la sua musa(da AGI) - Londra, 17 nov. 2013

E' morta all'eta di 94 anni la scrittrice britannica Doris Lessing, vincitrice del Nobel per la Letteratura nel 2007. Lo riferisce il Guardian. Autrice di ben 50 romanzi, la Lessing fu testimone dei totalitarismi del secolo scorso ed autorevole intellettuale.
L'Accademia di Stoccolma, nel conferirle il Nobel, l'aveva premiata perché nei suoi romanzi aveva raccontato "l'epopea dell'esperienza delle donne", basandosi sulla vita vissuta in Africa e in Inghilterra e sulle contraddizioni dell'universo femminile, condensate in quello che è probabilmente la sua opera più conosciuta, "Il taccuino d'oro" del 1962. Si tratta del diario di una donna, Anna Wulf, che cerca una via d'uscita dal caos, dall'ipocrisia e dallo stordimento della sua generazione. Un libro divenuto per molti un 'cult' della letteratura femminista, ma non per l'autrice che invitava le donne a battersi per cambiare le leggi obsolete che le riguardano anziché disperdere "molte energie" a insultare i maschi.
 
La Lessing giudicava superato "il femminismo di una volta, quando le donne non avevano neppure il diritto di voto" e lamentava il fatto che "molte donne al potere che assumono atteggiamenti molto maschili".

Doris Lessing aveva smesso di incarnare il femminismo ma non di raccontare il mondo delle donne e il mondo come sarebbe se le donne non vi fossero. Nata in Persia (Iran), figlia di genitori inglesi, nel 1919, Doris May Taylor trascorse l'infanzia a Kermanshah dove il padre lavorava in una banca. Nel 1925 la famiglia si trasferì in Rhodesia, allora colonia britannica e oggi odierno Zimbabwe di Robert Mugabe, accusato dalla scrittrice di aver messo in piedi un "regno del terrore" dove non si può scrivere liberamente nè comprare libri.

Lasciò la casa paterna nel 1937, si iscrisse al Partito comunista, che abbandonerà nel 1954, e sposò in seconde nozze l'attivista politico ebreo-tedesco Gottfried Lessing, dal quale si separo' nel 1949.   Poi trasferisce in Inghilterra col figlio minore, Peter, e lì pubblica il suo primo romanzo "L'erba canta" nel 1950. Da quel momento in poi si dedica a tempo pieno alla scrittura e il sucesso arriva.

Per alcuni libri decide di usare lo pseudonimo di Jane Somers per vedere se verrà pubblicata comunque.
Nel 1983, pubblica "Il diario di Jane Somers", un romanzo sull'amicizia di una giovane donna, Janna, e di una vecchia signora, Maudie. La sua vita, ha detto Nicholas Pearson, il suo editor all'HarperCollins, è stata "un grande dono alla letteratura. Anche in eta' avanzata fu intellettualmente vivace e cursiosa sui cambiamenti che avvengono intorno a noi. Ci mancherà enormemente".
I suoi libri sono stati pubblicati in Italia per la maggior parte da Feltrinelli.

Sul tema della violenza contro le donne



ARTICOLO DI BEATRICE GIANTURCO NELL'ULTIMO NUMERO DI YPSILON
Nel trattare temi che riguardano le donne è necessario collegarsi con la mente alla grande rivoluzione culturale del femminismo del ’68.
 
Ritengo che fu in esso che vennero immessi i semi dell’evolversi degli anni seguenti e delle grandi aspettative che li hanno caratterizzati. Aspettative in parte deluse non per la natura dei valori portanti, sempre validi e per cui vale sempre la pena battersi, ma per gli odierni eventi politici e sociali che hanno travolto tutti e soprattutto per la mancanza di lavoro che sta segnando pesantemente le nuove generazioni.
 
Il valore centrale e assoluto del movimento femminista era l’acquisizione della libertà femminile, diritto fondamentale di qualunque Stato democratico. Valore che agitò un mare stagnante di millenni le cui acque si diramarono in mille rivoli, privati e pubblici, non sempre controllabili.
Libertà di scelta del proprio ruolo, libero da pregiudizi, da progetti precostituiti; libertà di scegliere e decidere della propria vita e del proprio essere donna.
I principi e le motivazioni del movimento sessantottino hanno animato e guidato gli ultimi anni della nostra storia e hanno prodotto un nuovo modello di donna dalle molteplici sfaccettature, tante quanti sono i colori dei nostri talenti, delle nostre passioni, dei nostri interessi e anche (perché no?) delle nostre trasgressioni. In questa molteplicità ci siamo un po’ perse, stritolate da una società che incrocia il desiderio di libertà con offerte che, molte volte, schiavizzano la donna.

E’ a questo punto che mi pare vada incrociata anche la relazione uomo-donna.
Fatte le dovute eccezioni, nell’immaginario maschile è sempre predominante un modello tradizionale di donna che non esiste più.
La donna, pur tra luci ed ombre, tra conquiste e sconfitte, si è comunque mossa nella direzione di modelli di vita liberamente scelti. L’uomo è rimasto fermo a modelli culturali maschili e femminili inquinati, dove più e dove meno, da retaggi del passato. Ed è proprio nell’incontro-scontro tra aspettative e vita reale che salta la relazione.

Là dove questo scontro avviene in un clima di capacità di dialogo si attiva un processo di reciproca maturazione; là dove, invece, avviene in un contesto di predisposizione alla violenza, nel senso che si crede di aver diritto, come maschio, al predominio sulla femmina con tutti i meccanismi perversi che li caratterizzano, si giunge allo stupro e all’omicidio.

E’ una violenza generata dagli schemi mentali di quegli uomini che vogliono, così, affermare la ripresa del predominio sulla preda che sta sfuggendo al loro controllo, per cui preferiscono distruggerla psicologicamente o, nelle peggiori delle ipotesi, fisicamente.
La violenza sulle donne, quindi, non è una questione privata, ma pubblica e ancor prima di essere materia giuridica è emergenza culturale. Ecco perché delitto di genere. Non certo delitto di amore e di forza, ma delitto di debolezza, di fragilità, di insicurezza che si esprime attraverso l’unico elemento che l’uomo sa di possedere in più: la forza fisica.

A questo punto mi viene spontanea una domanda: tutti quegli uomini che non si riconoscono, per fortuna, in questi ultimi dove sono? Non hanno anche loro mogli, figlie, madri che potrebbero rimanere intrappolate in tanta violenza? Perché non si “alzano in piedi” per protestare e gridare con noi? E quando lo fanno, perché lasciano, a volte, trapelare dalle loro parole l’idea che tutto sommato forse “ce la siamo cercata”?
Beatrice Gianturco

sabato 16 novembre 2013

Lei è Dea




È lei che riconoscerete perché lei
rende autentico il contatto visivo con chi incontra
Lei non ha paura di essere se stessa
Lei accetta il suo cammino
Ed è disposto ad accogliere ciò che viene
Perché lei ha fiducia nel suo viaggio
Lei è consapevole della propria forza

Lei accompagna le sorelle per il percorso
Ma si tiene lontano da chi vuole solo succhiare la sua energia
Vede oltre istantaneamente
Lei sa come proteggere se stessa

Lei è obbediente verso se stessa,
Lei è disposta a rompere le regole fatte da altri
per essere autentica verso sè

La sua verità viene direttamente dal suo cuore
Lei usa la sua mente come manifestazione del cuore

Lei è interiormente ed esteriormente consapevole
Lei risponde più che reagisce
Lei non è più illusione 
È lei che riconoscerete perché lei
rende autentico il contatto visivo con chi incontra 
 Lei non ha paura di essere se stessa
Lei accetta il suo cammino
Ed è disposto ad accogliere ciò che viene
Perché lei ha fiducia nel suo viaggio
Lei è consapevole della propria forza

Lei accompagna le sorelle per il percorso
Ma si tiene lontano da chi vuole solo succhiare la sua energia
Vede oltre istantaneamente
Lei sa come proteggere se stessa

Lei è obbediente verso se stessa,
Lei è disposta a rompere le regole fatte da altri
per essere autentica verso sè

La sua verità viene direttamente dal suo cuore
Lei usa la sua mente come manifestazione del cuore

Lei è interiormente ed esteriormente consapevole
Lei risponde più che reagisce
Lei non è più illusione


Lei è profondamente legata alla sua fonte creativa
Lei è la sua opera d'arte in realizzazione
Lei può creare bellezza da tutto ciò che è intorno a lei

Lei è in sintonia con il suo intuito e il corpo istintuale
Vive nel presente
Perché lei è disposta a rinunciare al passato
E concedere al futuro lo spazio di cui ha bisogno per svilupparsi

Lei capisce che la vita è un flusso in continua evoluzione da un momento all'altro ...
Lei fluisce con il flusso. 

Si sente profondamente legata alla terra ed è vicino alla natura,
Lei riconosce che non è separata da essa ...
Essere connessa con la natura è essenziale per la sua salute e il benessere

Lei ha semplificato la vita

Lei apprezza la sua solitudine,

Ma ha anche
da valore al tempo che vive con anime affini

Non ha bisogno di un uomo per completare la sua vita
Le sue relazioni sono a parità di rispetto e di condivisione
e non si sente in peccato per il piacere sessuale che ne deriva.

Non ha tempo per le chiacchiere
Ha invece tempo per realizzare la sorellanza

celebra la bellezza e la potenza delle altre donne
celebra la bellezza e la forza dentro di sé

Lei è disposta a ricevere e dare
Sa che se riempie la sua tazza con il proprio amore farà traboccare anche quella degli altri.

Lei capisce l'inutilità dei consigli non richiesti
Quindi condivide la sua saggezza vivendola

Essa aspira alla guarigione del mondo
ed offre i suoi doni affinchè questa si realizzi

L'amore è la sua religione
L'unità è il suo vangelo
La risata è la sua grazia

Ama giocare con il suo bambino interiore
Cantare e ballare con la sua fanciulla interiore
Ella nutre la sua mente, il suo corpo e lo spirito ogni giorno attraverso la madre interiore

Molti sono attratti dal suo Mistero
tanti cercano Lei per la sua saggezza

poichè si sentono subito amati e accettati
nel suo spazio sacro si pace.

Molti si sentono sconvolti dalla sua risata irriverente
ma anche sollevati
perchè essa da a loro l'opportunità
di essere se stessi

Lei è Fanciulla, Madre e Crona
In una...

 Lei è Dea


(Caroline de Lisser)
Lei è profondamente legata alla sua fonte creativa
Lei è la sua opera d'arte in realizzazione
Lei può creare bellezza da tutto ciò che è intorno a lei

Lei è in sintonia con il suo intuito e il corpo istintuale
Vive nel presente
Perché lei è disposta a rinunciare al passato
E concedere al futuro lo spazio di cui ha bisogno per svilupparsi

Lei capisce che la vita è un flusso in continua evoluzione da un momento all'altro ...
Lei fluisce con il flusso.

Si sente profondamente legata alla terra ed è vicino alla natura,
Lei riconosce che non è separata da essa ...
Essere connessa con la natura è essenziale per la sua salute e il benessere

Lei ha semplificato la vita

Lei apprezza la sua solitudine,

Ma anche
da valore al tempo che vive con anime affini

Non ha bisogno di un uomo per completare la sua vita
Le sue relazioni sono a parità di rispetto e di condivisione
e non si sente in peccato per il piacere sessuale che ne deriva.

Non ha tempo per le chiacchiere
Ha invece tempo per realizzare la sorellanza

celebra la bellezza e la potenza delle altre donne
celebra la bellezza e la forza dentro di sé

Lei è disposta a ricevere e dare
Sa che se riempie la sua tazza con il proprio amore farà traboccare anche quella degli altri.

Lei capisce l'inutilità dei consigli non richiesti
Quindi condivide la sua saggezza vivendola

Essa aspira alla guarigione del mondo
ed offre i suoi doni affinchè questa si realizzi

L'amore è la sua religione
L'unità è il suo vangelo
La risata è la sua grazia

Ama giocare con il suo bambino interiore
Cantare e ballare con la sua fanciulla interiore
Ella nutre la sua mente, il suo corpo e lo spirito ogni giorno attraverso la madre interiore

Molti sono attratti dal suo Mistero
tanti cercano Lei per la sua saggezza

poichè si sentono subito amati e accettati
nel suo spazio sacro si pace.

Molti si sentono sconvolti dalla sua risata irriverente
ma anche sollevati
perchè essa da a loro l'opportunità
di essere se stessi

Lei è Fanciulla, Madre e Crona
In una...

Lei è Dea


(Caroline de Lisser)

venerdì 15 novembre 2013

Perché il femminismo fa male agli uomini

man-alone2
Pubblichiamo la traduzione di questo articolo, “How feminism hurts men”, di Micah J. Murray. La traduzione è di Luciana Lambrini, che ringraziamo: la responsabilità di tutto è mia, ovviamente.

Ieri qualcuno su Facebook mi ha detto che il femminismo glorifica le donne a scapito degli uomini, che il suo obiettivo di validare le donne castra noi maschi.
Ha ragione.
L’ascesa del femminismo ci ha relegati a uno status di second’ordine. L’ineguaglianza e la discriminazione sono diventate parte della nostra vita quotidiana.
A causa del femminismo gli uomini non possono più camminare per strada senza la paura di essere fischiati, molestati, addirittura aggrediti sessualmente dalle donne. Se viene aggredito, l’uomo viene anche incolpato: per com’era vestito, “se l’è cercata”.
A causa del femminismo non ci sono più conferenze cristiane importanti su come comportarsi da uomini, e dove migliaia di uomini possano celebrare la propria virilità e Gesù (e magari farsi qualche risata con gli stereotipi sulle donne).
A causa del femminismo le convention religiose sono spesso dominate da donne. Gli uomini vengono incoraggiati a limitarsi a badare ai bambini o alla cucina. A volte agli uomini viene persino detto di stare zitti in chiesa.
A causa del femminismo le donne guadagnano più degli uomini a parità di lavoro.
A causa del femminismo è ormai difficile trovare un film con un eroe maschile. La maggior parte dei film da cassetta parla di una donna coraggiosa che salva il mondo e ottiene un uomo oggetto come trofeo per le sue vittorie.
A causa del femminismo gli sport femminili sono un business enormemente fruttifero in cui esse vengono idolatrate su scala mondiale. Gli uomini compaiono solo di sfuggita, di solito prima degli stacchi pubblicitari in cui vengono oggettificati per il loro corpo.
A causa del femminismo tutti i contraccettivi sono gratuiti per le donne senza che debbano aprire bocca, mentre gli uomini devono lottare affinché le loro compagnie assicurative paghino per le ricette del Viagra. E se gli uomini tentano di ribellarsi, i leader della destra “vicina ai valori familiari” li chiamano porci o puttani.
A causa del femminismo il corpo maschile è costantemente sotto esame. Se un uomo appare in topless in TV, scoppia un caso nazionale che finisce con multe enormi e boicottaggi. Le blogger scrivono regolarmente di come si debba essere più attenti alle nostre scelte nell’abbigliamento, poiché potrebbero indurre le donne a peccare. La satira afferma che i pantaloncini “non sono veri pantaloni” e che gli uomini dovrebbero coprirsi, perché “nessuno vuole vedere una cosa del genere”.
A causa del femminismo gli uomini non sono rappresentati alla Casa Bianca, e le donne hanno oltre l’80% dei seggi al Congresso. Quando un uomo si candida per una carica, il suo aspetto fisico e il suo abbigliamento sono oggetto di discussione quasi quanto le sue idee politiche.
A causa del femminismo gli uomini devono combattere per avere voce nella sfera pubblica. Nelle questioni di teologia, politica, scienza e filosofia la prospettiva femminile è spesso considerata quella di default, normale e oggettiva. Le prospettive maschili vengono scartate perché troppo soggettive o emotive. Se ci ribelliamo, spesso veniamo bollati come arrabbiati, ribelli, sovversivi o pericolosi.
Ma siate forti, fratelli.
Un giorno saremo tutti uguali.
Qualsiasi cosa facciate, non leggete Jesus Feminist. È pieno di idee che continueranno a opprimere e danneggiare gli uomini – idee come “anche le donne sono persone” e “la dignità e i diritti delle donne sono importanti quanto quelli degli uomini”.

giovedì 14 novembre 2013

Sorelle in viaggio

Siamo sorelle in  viaggio

Siamo sorelle in  viaggio .
Cantando al sole ,
Cantando nella notte più buia ,
La guarigione è iniziato, iniziata ,
La guarigione è cominciata.

Siamo sorelle in  viaggio ,
Cantando come fossimo una,
Ricordando gli antichi ,
Le donne e la loro saggezza,
Le donne e la loro saggezza.

Jane Tingle Broderick
Siamo sorelle in viaggio,
 

Cantando al sole,
Cantando nella notte più buia,
 

La guarigione è iniziata,
La guarigione è cominciata.

Siamo sorelle in viaggio,
 

Cantando come fossimo una,
Ricordando gli antichi, 

Le donne e la loro saggezza,
Le donne e la loro saggezza.


Jane Tingle Broderick




Donna di saggezza
Donna di potere
Donna di forza
Donna di grazia

Leonessa piena di coraggio
Lei che fila e tesse e taglia la  via
Lei che occupa uno spazio sacro

Sollevati Shakti, conquista il tuo palcoscenico 
Sollevati Shakti, calma la rabbia
Sollevati Shakti, volta  pagina

Prendi ciò che è tuo
Rivendica ciò che è nostro
La Donna prende possesso di uno e di tutti i suoi poteri

Donna di pace
Togli la guerra dal mondo
Donna del silenzio
Questa canzone è per te

Donna di gloria
Donna di misericordia
Donna di amore
Donna di amore

Leonessa piena  di coraggio
Lei che fila e tesse e taglia la via
Lei che racconta le storie celesti

Sollevati Shakti, prendi la tua forza
Sollevati Shakti, prendi il volo
Sollevati Shakti, prendi la luce di Dio

Prendi ciò che è nostro
Rivendica ciò che è tuo
La Donna prende possesso di uno e di tutti i tuoi poteri 

By Bliss 


immagine Lioness by Susan Seddon Boulet
immagine by Susan Seddon Boulet

Donna di saggezza
Donna di potere
Donna di forza
Donna di grazia

Leonessa piena di coraggio
Lei che fila e tesse e taglia la via
Lei che occupa uno spazio sacro

Sollevati Shakti, conquista il tuo palcoscenico
Sollevati Shakti, calma la rabbia
Sollevati Shakti, volta pagina

Prendi ciò che è tuo
Rivendica ciò che è nostro
La Donna prende possesso di uno e di tutti i suoi poteri

Donna di pace
Togli la guerra dal mondo
Donna del silenzio
Questa canzone è per te

Donna di gloria
Donna di misericordia
Donna di amore
Donna di amore

Leonessa piena di coraggio
Lei che fila e tesse e taglia la via
Lei che racconta le storie celesti

Sollevati Shakti, prendi la tua forza
Sollevati Shakti, prendi il volo
Sollevati Shakti, prendi la luce di Dio

Prendi ciò che è nostro
Rivendica ciò che è tuo
La Donna prende possesso di uno e di tutti i tuoi poteri 
By Bliss

martedì 12 novembre 2013

Appello delle sorelle Afgane


FotoSURAYA E LE DONNE NELL'INFERNO AFGANO: "ITALIANI, ADESSO NON ANDATE VIA" Le attiviste anti-violenza e l’aiuto dei militari: “Ma ora temiamo vendette”. (Adriano Sofri, La Repubblica)
HERAT SURAYA Pakzad ha 41 anni. La sua “Voice of Women Organization” offre assistenza legale e rifugi a donne minacciate ed evase dalla prigione domestica.
 
 «Sono una dei 15 fratelli di tre madri, due morte di parto. Mio padre volle la stessa educazione per maschi e femmine. Mi hanno sposata a 14 anni. Ho 6 figli, il primo avuto a 15 anni, è ingegnere elettronico. Ho potuto laurearmi a Kabul, scrivevo poesie, poi sono stata spinta verso cose dure. Mio marito è stato rispettoso. La vita che ho scelto ti fa prendere sulle spalle le disgrazie di tutte, a ogni ora, come in un pronto soccorso».
Le uccisioni di donne sono meno frequenti che in Italia — quelle riconosciute. Le brutalità sono infinite. «Io rispetto la legge, ma la maggioranza delle donne è in carcere senza aver commesso alcun reato. Per tentato adulterio — averlo pensato! 99 donne erano nel carcere di Herat per questo. Dopo è difficile farle riaccettare dalle famiglie.
Le forze internazionali non possono restare in eterno, ma l’Afghanistan non è pronto. La frontiera col Pakistan è lunga. Vanno via in un momento delicatissimo. Hanno speso vite, soldi, tempo, e perderemo tutto. Resteranno signori della guerra e fondamentalisti. E questa volta, contro le persone che hanno avuto voglia di libertà, vorranno essere più vendicativi. Non amo i toni queruli, ma dico: non ci lasciate. Un giorno avremo soldatesse afgane che andranno nel mondo a fare le peacekeeper».
 
Maria Bashir ha 43 anni, è a capo della Procura di Herat. Si guadagnò ammirazione e odio nel 2005 indagando il marito-padrone di Nadja Anjuman, poetessa uccisa a 25 anni. A Herat spose bambine e giovani violate si danno ancora fuoco, o si impiccano. La nostra, dice Bashir, è la condizione di chi passa dal buio alla luce. Bisogna abituare gli occhi. Abbiamo vissuto una interminabile guerra intestina, subìto governi che schiacciavano le donne, ne spegnevano la voce. Mi chiedete del reato che va sotto il nome di prostituzione: nel codice penale un rapporto sessuale a pagamento viene punito, e purtroppo anche fra due persone non sposate consenzienti. È la legge, poi c’è la nostra ragionevolezza.
Abbiamo da 8 mesi un ufficio per le violenze domestiche, abbiamo mandato a processo 168 uomini. C’è una forte preoccupazione per il 2014, soprattutto per donne e bambini. Io continuo a meravigliarmi di trovarmi in questo posto. Mi riempio di farmaci mattina e sera, ieri ero attaccata a una flebo, subisco pressioni pesantissime. Ho fatto arrestare un notabile per corruzione, il giorno dopo mi ha chiamato l’uomo più potente di Herat e mi ha intimato di rilasciarlo entro le 10 di questa mattina, ha chiamato il governatore, il capo della polizia, tutti, ha minacciato di far assediare il palazzo».
Dice che gli italiani hanno lavorato bene, in particolare per donne, scuole, sanità. «La differenza, oltre alla cordialità, sta nel disinteresse. I loro aiuti non hanno un secondo fine».
 
Fino all’11 settembre 2001 l’Occidente non era turbato dall’esistenza di un grande paese in cui era proibito ascoltare musica e le bambine non potevano andare a scuola. L’11 settembre fu, per le bambine e la musica afgana, una orribile provvidenza.
Entro il 2014 gli internazionali ci  lasceranno. Tuttavia il 2013 è stato l’anno peggiore per gli attacchi dei Taliban e per la condizione delle donne. C’è un esercito afgano che ha raggiunto un numero ingente ma una preparazione e un armamento inadeguati. C’è una polizia afgana ancora più inadeguata per preparazione e trattamento. La corruzione è fortissima. Il maresciallo che è rientrato da Farah dopo sei mesi, era col capitano La Rosa; dice che uscire dalla base non è mai stato così rischioso.
Victor, 28 anni, del genio guastatori, era accanto a Roberto Marchini quando un ordigno lo uccise nel luglio 2011, a Bakwa. I Taliban avevano costretto a chiudere tutto, dice, era rimasto solo un barbiere: misero un pacco-bomba in mano al figlio di otto anni e lo fecero esplodere. Gli insurgents lanciano razzi da rampe artigianali anche metalliche, nel qual caso sono meno imprecisi. Ma gli ordigni esplosivi sono la loro arma principale. È una gara ininterrotta fra bracconieri e guardiacaccia. Ripulire dagli Ied — gli ordigni artigianali — non serve solo a proteggere i militari: le vittime principali sono i civili, e in particolare i bambini. Se il Predator è essenziale per avvistare le attività sospette, è a terra e sottoterra, e a vista d’uomo (e di donna, come Marina e Fabiola) che si rilevano, si disinnescano o si fanno brillare gli ordigni. Il filo di rame sulla sabbia, invisibile se non col riflesso del sole. È un lavoro di Sisifo che si ripete ogni giorno. Spesso sono le persone locali ad avvisare, fu così nel 2010, quando persero la vita Mauro Gigli e Pierdavide De Cillis.
Marina, addetta al controllo visivo e mitragliera: «Mi è capitato che i bambini lanciassero pietre. Poi scoprivo che cercavano attenzioni e merendine». «Vogliono soprattutto penne, fanno segno, per scrivere», dice Sebastiano R. Ormai in quasi tutti i villaggi ci sono forze afgane.
Fabiola: «Abbiamo insegnato quello che sapevamo, ora sta a loro fare il loro dovere».
Salvatore E. è di Capaci: «Ero in bicicletta quando sentii quell’esplosione». «Quando torno a casa — dice — ho qualcosa in più che loro non potranno mai sapere».
La sede del IV Genio Guastatori è a Palermo, Caserma Scianna, il comandante è il colonnello Pisciotta, che con quel cognome è friulano e però si è innamorato della Sicilia e dell’Afghanistan. «Vidi un documentario sulle donne bruciate, la sera lessi “Mille splendidi soli” e piansi come un bambino». Lo racconta tranquillamente, davanti ai suoi, gente che maneggia ordigni micidiali e si commuove con gli aquiloni: trascrivo volentieri questa versione del valor militare.
Alla facoltà di giornalismo — classe mista, ragazze a capo coperto e spigliate — ci chiedono dei giornali internazionali che fanno passare tutti gli afgani per terroristi o terrorizzati, e della democrazia che spia miliardi di conversazioni private, anche le loro.
Si sono ridotti gli scambi con le università italiane: si può migliorare? Spero di sì, dico, c’è qualche difficoltà, quando i ricchi diventano meno ricchi pensano di essere diventati poveri, comunque vedremo…
 
Al comando Isaf della Regione Nord è il generale Michele Pellegrino, 52 anni. «Lei chiama polizia internazionale — dice — quello che noi chiamiamo uso etico delle armi, cui l’Onu offre l’unico contesto legale. Qui ha consentito di intervenire in una Guerra dei Trent’anni che ha martoriato la società. Si sono ricostituite istituzioni, tenute elezioni via via più libere. Le Forze Armate possono servire anche a questo. Del resto, una difesa in un contesto di alleanze che ripari dalla minaccia di guerra è sempre necessaria. L’esercito europeo è un traguardo inevitabile, ma fa i conti con il tempo, siamo gocce nel fluire della storia.
 
La visione di Spinelli, De Gasperi, Adenauer, superava campanilismi, resistenze di paesi servi della propria storia, mentalità di supremazia. L’Europa economica si completerà in quella politica e della sicurezza comune. Da noi l’esercito di leva mise insieme ricco e povero, nord e sud, colto e incolto. L’esercito di professione, che qualcuno temette, è stato un passaggio d’epoca positivo. La preparazione dei soldati è più concreta e approfondita, e le missioni internazionali sono il banco di prova. L’orizzonte umano di chi vive questa esperienza si fa più largo». Infatti. Ho sentito tante volte in questi giorni discutere di come raccontare (o tacere) le bambine e i bambini afgani ai propri figli in Italia. Troveranno il modo giusto.