domenica 7 febbraio 2016

Essere uomo oggi

a cura di Sergio Signori
 
 “ …quando sarò capace di amare, con la mia Donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità di un uomo bambino…” (G. Gaber)

Essere uomini (maschi) …cosa significa, oggi?

I vecchi stereotipi sono crollati ed in fondo non ce ne rammarichiamo: quegli uomini “tutti d’un pezzo”,  impettiti, fieri, aggressivi, dominanti, rigidi… ecco, sì, soprattutto rigidi! Ma nei film erano sempre i maschi che sapevano cosa fare e risolvevano le situazioni.

E le donne? Timide, sottomesse, zitte, non guardare negli occhi, bambole-tegamini-casetta-chiacchiere-pizzi-tulle-rosolio-pianto facile…

Gli uomini? Soldatini-guerra-calcio-osteria-gridate-bravate- o te la faccio o me la fai…maschere, castelli di carta che non vogliamo più.

Ma oggi? Donne aggressive, iper-razionali, “perfette”, sanno tutto loro, nelle pubblicità surclassano o umiliano l’uomo; uomini effeminati, depilati, palestrati, che non sanno più chi sono…

Ci dispiace, donne, che siate deluse da noi, che non siamo più “gli uomini di una volta” (per fortuna…); da un lato vi do ragione, dall’altro ritengo che abbiate strada da fare anche voi, perchè mi sembra che anche voi non sappiate più bene chi siete, cosa vuol dire “essere donna” senza ricadere nel falso modello delle vostre madri, o nonne...
Lasciando a voi  l’impegno di vincere – per quanto vi riguarda - la sfida che ci attende tutti, prendo per noi maschi il compito che ci compete: ritrovare ed incarnare l’identità maschile senza ricadere negli stereotipi del passato ma nemmeno cadere nell’attuale modalità di uomini che non si distinguono più dalle loro compagne.

E’ difficile, certo. Gli ingredienti? Radicarsi nella nostra identità archetipica che prevede volontà, azione, realizzazione, focalizzazione, essere sostegno e protezione, indagare le cose per comprenderle, portare ordine, affrontare i problemi per risolverli; ma se saremo “solo” questo, ricadremo nei vecchi schemi ed incarneremo un Maschile eccessivo, squilibrato, assoluto, dimentico “dell’altra Metà del Cielo”; queste doti dovranno  quindi coesistere con la capacità di essere empatici, sensibili, comunicativi, di mettersi in gioco, di saper attendere, di essere in contatto con le emozioni ed esprimerle, di accettare che esistano valori e modi di essere diversi dai nostri, accettare che possa esistere l’imprevedibilità e che oltre al bianco ed al nero vi  siano tante sfumature intermedie, che c’è un sesto  senso… e forse anche un settimo, che non tutto può essere analizzato e spiegato razionalmente… in sostanza, di saper attingere a qualità dell’archetipo Femminile. (Lo stesso compito, speculare, attende a mio parere le donne).

Sì, lo ammetto di nuovo, è difficile. Ma è la strada che vedo per l’umanità del terzo millennio, in cui si superi finalmente il dualismo Uomo-Donna fatto di contrapposizione ed incomprensione, e ci si conosca e riconosca diversi ma complementari; che si riconosca che, come a livello anatomico e funzionale, l’uomo ha in sé parti della donna e viceversa; che si integrino finalmente le due Energie in modo speculare,  così che in ogni uomo ed in ogni donna esse fluiscano l’una nell’altra, sia pure con diversa enfasi e misura nei due generi.

Sono convinto che una delle risorse importanti per realizzare questo bellissimo progetto sia  ritrovare il reciproco sostegno fra simili, come è sempre esistito in tutte le società tradizionali; il “cerchio” degli uomini e il “cerchio” delle donne… parlo per noi: una volta erano il club, l’osteria, il calcio, la caccia o quant’altro. 
In un mondo in cui l’automobile e la televisione (doni peraltro innegabili) hanno contribuito a parcellarizzare le esperienze ed a isolarci gli uni dagli altri è importantissimo ritrovarci per radicarci nella nostra identità; un “luogo” in cui la confidenza, la stretta di mano, l’abbraccio e anche solo il “sentirsi simili” ci facciano ritrovare la bellezza e la fierezza di essere uomini. 

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