venerdì 10 ottobre 2014

Turchia: la protesta contro l'Isis continua

La protesta di massa continua in Turchia nonostante la polizia turca stia utilizzando munizioni dirette contro i manifestanti curdi e abbiano già ucciso 22 persone; 100 persone circa sono state arrestate. Tuttavia è con aria di sfida che sfidano il coprifuoco. Sembra che i proiettili e i carrarmati turchi funzionano completamente bene quando hanno bisogno di essere utilizzati sui curdi, ma non quando si tratta di ISIL!

Di seguito la descrizione delle foto pubblicate. Qui ne ho postate solo alcune. Le altre potrete vederle cliccando sulla pagina di The Middle Eastern Feminist


Pic 1 - è palese la brutalità turca verso le manifestanti curde.
Pic 2 - sostenitori pro-ISIL in piedi a fianco della polizia turca contro manifestanti curdi,

Pics 3-4 - la potenza militare turca utilizzata contro i manifestanti curdi.
La Turchia ha il secondo più grande esercito militare in vigore nella NATO e non esiterà, come ha dimostrato in passato, ad usare le sue forze militari contro i curdi,
Pic 5 - manifestanti curdi arrabbiati al confine
Kobane/Bakur
Pics (Turchia) 6-7 jihadisti apertamente pro-ISIL in Turchia, che combattono contro i manifestanti curdi. Essi, naturalmente, non sono sempre arrestati o gasati o sparati.

foto di The Middle Eastern Feminist.


foto di The Middle Eastern Feminist.




 
foto di The Middle Eastern Feminist.foto di The Middle Eastern Feminist.Si segnala anche che sei donne Yazidi catturate da ISIL sono riuscite a fuggire a Mossul.
Che possano essere al sicuro e ricevere tutto l'aiuto di cui hanno bisogno in seguito al loro calvario straziante!
E possano tutte le altre donne Yazidi e cristiane e arabe che vengono catturate da ISIL fuggire anche loro e trovare sicurezza e trovare le braccia amorevoli delle loro famiglie.

Ma la questione che desta ancora più preoccupazione, è che FSA (jabhat el akrad) ha confermato che ISIL utilizza armi chimiche.
Su questo ho bisogno di fare una ricerca "sul campo" per avere ulteriori informazioni.

Tutte le mie fonti provengono da Twitter e le informazioni sono pubblicate da persone che sono sul campo o nei dintorni di Kobane o in Turchia.

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