fonte: abbattoimuri
Posto anche qui poiché concordo al 100%
Sono una prostituta che ha scelto liberamente il proprio lavoro. Sono
una di quelle donne alle quali le abolizioniste non danno voce perché
ascoltano solo se stesse e trattano malissimo chi non concorda con le
loro idee. Ho cercato di inserirmi in qualche discussione su facebook,
senza dichiarare il mestiere che faccio, e mi hanno aggredita, più
d’una, trattandomi da idiota, pazza e nemica delle donne. Ringrazio
Eretica per lo spazio che dà alle nostre storie perché è l’unica che fa
emergere il nostro punto di vista.
Non mi ha costretta nessuno, non sono
sfruttata da nessuno, a meno che non volete chiamare sfruttatore il mio
bambino di 10 anni che mantengo con i soldi che guadagno.
Non incontro
pazzi, violentatori e violenti perché scelgo i miei clienti e il fatto
che in Italia, tutto sommato, fare la prostituta è legale, mi agevola. Ma la legge Merlin dovrebbe cambiare per permettermi di esercitare la
prostituzione assieme ad altre colleghe, senza rischiare denunce per
favoreggiamento o sfruttamento. Riconosco però che sarebbe anche peggio
se qui passasse la criminalizzazione per i clienti e anche per le
prostitute.
Quando le abolizioniste parlano con toni isterici della proposta di Amnesty dimostrano di non averla neanche letta.
Amnesty propone di decriminalizzare la prostituzione, cioè propone che
le prostitute non finiscano in galera. La proposta di Amnesty non
ipotizza soluzioni per i singoli stati, che sono liberi di organizzare
come vogliono il lavoro sessuale. Quello che fa è proporre che le
prostitute non siano sanzionabili, punibili.
Mi chiedo perché le
abolizioniste, che dicono di avere a cuore il bene delle prostitute, non
siano felici di questa proposta. Dovrebbero esserlo, partendo dal
presupposto che le prostitute dovrebbero potere godere di diritti che
sono violati e negati.
Sono le prostitute che chiedono la decriminalizzazione, perché non potranno denunciare uno stupro se temono di essere arrestate o espulse. Il problema è maggiore per le prostitute straniere. Le abolizioniste, con le loro posizioni puttanofobe, quindi collaborano con stati che applicano leggi razziste e che prendono a pretesto le prostitute per fare rastrellamenti e deportazioni di donne straniere, spesso anche vittime di tratta.
Allora di cosa stanno parlando le abolizioniste?
Attribuiscono ad
Amnesty la volontà di regolarizzare il lavoro e c’è una differenza
enorme tra decriminalizzazione e regolarizzazione.
Perché fanno finta di
non saperlo?
E se ascoltassero fino in fondo le prostitute, i
prostituti, saprebbero che la regolarizzazione, che può essere decisa o
meno dagli stati, è il mezzo migliore per combattere la tratta, per
sottrarre alla criminalità organizzata la gestione di un business che
potrebbe essere gestito dalle prostitute stesse, con proprie regole e
propri guadagni.
Che male c’è ad aspettarsi la stessa considerazione di ogni altro
lavoratore al mondo?
Perché i sindacati delle prostitute non hanno
diritto di parola?
Perché io devo vedere negata la mia rivendicazione da
donne che non sanno neppure di cosa stanno parlando?
Io voglio fare
questo lavoro, continuerò a farlo. Se fosse possibile lavorare con altre
sarebbe meraviglioso e se potessi pagare i contributi e avere una
pensione sarebbe ancora meglio.
Perché le abolizioniste non mi concedono
il diritto di chiedere quello che spetta a tutti i lavoratori del
mondo?
Quelle della pagina facebook in cui sono stata aggredita non sanno
che significa doversi mantenere. Sono figlie di famiglie che le
mantengono o sono ricche per conto proprio. Non sanno che problemi vive
una donna che non vuole dipendere da nessuno e non sanno quali problemi
vive una donna straniera. Sono cieche e sorde a ogni richiesta e non
pensano neppure che quelle come me siano persone. In realtà lo siamo, io
sono una persona e vorrei sapere da loro solo una cosa: chi vi dà il
diritto di parlare in mio nome?
Ps: questa è una storia vera. Grazie a chi l’ha raccontata.
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