Sophie Scholl nacque il 9 maggio del 1921 a Forchtenberg in Baviera e morì per esecuzione a Monaco di Baviera, il 22 febbraio 1943. Fu imprigionata, insieme al fratello maggiore Hans, e in seguito condannata a morte per ghigliottina per la sua attività antinazionalsocialista in opposizione al Terzo Reich.
Morì a soli ventidue anni, accusata di alto tradimento e di oltraggio a Hitler.
Ma chi era Sophie Scholl? E che cosa aveva fatto per essere condannata alla pena di morte dal tribunale del Terzo Reich?
Sophie era una studentessa che frequentava l’università a Monaco di Baviera, iscritta a Filosofia e Biologia. Insieme al fratello faceva parte del gruppo
attivista antinazista di ispirazione cristiana la “Rosa Bianca”, un
movimento di ribellione non violenta composto in gran parte da studenti
universitari.
Viso pulito, occhi grandi ed
espressivi, dotata di una grande intelligenza e di un forte senso di
giustizia sociale. Amava leggere i classici, ascoltare musica, e fare
passeggiate in campagna a contatto con la natura.
Adolescente, partecipò alla Hitler Jugend
(gioventù hitleriana), ricoprendo ruoli di guida come quello di
Führerin. Ma nell’arco dei tre anni Sophie si trova a maturare un senso
di ribellione che la spinge ad approfondire sempre più il disagio e il
disaccordo con le ideologie propugnate dal partito nazionalsocialista.
Esce dalla Hitler Jugend e inizia un percorso intellettuale e di coscienza
che la porterà ad allontanarsi dall’ideale hitleriano. Intraprende gli
studi classici e si confronta con i trattati filosofici e religiosi,
concentrandosi in particolare sulla lettura del rinnovamento cattolico
francese.
Per Sophie sono molto importanti la coerenza e l’onesta intellettuale: «come
ci si può aspettare che il destino conceda vittoria ad una giusta
causa, quando nessuno è pronto a sacrificarsi pienamente per essa?».
Gli studenti che aderirono a la “Rosa Bianca” diedero l’avvio all’attività resistenziale, inizialmente con la stesura di centinaia e poi di migliaia di volantini
diffusi per le città austriache e tedesche del Reich. La resistenza
interiore e spirituale dei ragazzi divenne quindi un atto politico, in
cui manifestavano e condannavano l’ideologia del partito e la guerra
sanguinaria imposta da Hitler. Rivendicavano il diritto alla libertà di espressione e di stampa, e condannavano la discriminazione nei confronti degli ebrei.
La mattina del 18 febbraio 1943, mentre distribuiva dei volantini all’Università di Monaco, Sophie fu arrestata insieme al fratello Hans. Fu sottoposta per quattro giorni all’interrogatorio da parte della Gestapo. Nonostante il duro trattamento e le intimidazioni, Sophie resistette con tutte le sue forze, appellandosi alla forza d’animo e alla convinzione delle proprie idee. Si rifiutò di fare
i nomi degli altri studenti coinvolti nell’attività
antinazionalsocialista della “Rosa Banca”, anche se questo le avrebbe
salvato la vita. Rispose così al poliziotto investigatore della Gestapo durante i ripetuti interrogatori: «non tradirò mai ciò in cui credo e non tradirò mai i miei compagni».
Né lei, né il fratello Hans e l’amico
Christoph Probst, fecero i nomi dei loro compagni assumendosi ogni
responsabilità. Non accettarono di firmare nessuna ritrattazione
consapevoli che ciò li avrebbe fatti condannare a morte.
Sophie aveva solo ventidue anni
ma dimostrò una dignità e un coraggio incredibili, accettando le
conseguenze della sua onestà intellettuale, rassicurando i genitori
nell’ultimo saluto prima di venire condotta alla ghigliottina, e non
versando nemmeno una lacrima davanti ai suoi aguzzini.
Silvia Lorusso
Riquadro interrogatorio:
Riporto uno stralcio di interrogatorio utile per conoscere la grandezza intellettuale di questa giovane tedesca:
Pubblica Accusa: voi sta a cuore l’incolumità del popolo tedesco signorina Scholl?
Sophie: sì.
Pubblica Accusa: Certo, voi non avete mai
piazzato una bomba come il vile Eisner fece nella distilleria di
Monaco, forse avete usato gli slogan sbagliati ma i vostri mezzi sono
pacifici.
Sophie: Allora perché volete comunque punirci?
Pubblica Accusa: Perché così e previsto dalla legge; senza legge non c’è ordine.
Sophie: La legge che avete appena
nominato tutelava la libertà di parola prima che il nazionalsocialismo
salisse al potere nel ‘33. Oggi Hitler punisce quella stessa libertà con
la prigionia e la morte. Questo lo chiamate ordine?
Pubblica Accusa: E a che cosa dovrei attenermi secondo lei, se non alla legge. Chiunque sia a formularla.
Sophie: Alla coscienza.
Pubblica Accusa: Sciocchezze
Sophie: Ma le leggi cambiano, la coscienza no.
Pubblica Accusa: Questa è la legge e
queste sono le persone. in quanto investigatore ho il dovere di
verificare se coincidono ed in caso contrario individuare le mele
marce.
Sophie: Senza Hitler e il suo partito avremo ancora giustizia e ordine.
Pubblica Accusa: Dove finiremmo se
ciascuno decidesse da se cosa e giusto e cosa è sbagliato, se
permettessimo ai criminali di destituire il Fuhrer avremo il caos,
libertà di pensiero, federalismo democrazia li abbiamo già visti
sappiamo bene dove conducono.
Sophie: Tutti saremmo difesi dal dispotismo, e non solo gli opportunisti.
Pubblica Accusa: Dispotismo, opportunisti voi usate termini molto offensivi!
Sophie: Voi siete offensivo! Definite me e
mio fratello dei criminali solo per dei volantini. Abbiamo solo cercato
di convincere la gente con le parole.
Pubblica Accusa: Voi e tutti quelli come
voi abusate senza vergogna dei vostri privilegi studiate a nostre
spese in tempo di guerra. Io ero solo un sarto prima, sono diventato
poliziotto grazie ai francesi dei territori occupati, non ai tedeschi
democratici e senza il nazionalsocialismo oggi sarei solo un poliziotto
di campagna. Quel vergognoso patto di Versailles, la povertà, la
disoccupazione l’inflazione è stato il nostro Fuhrer Adolf Hitler che ci
ha salvato da tutto.
Sophie: E ci ha trascinato in una guerra sanguinaria dove ogni singola vittima muore invano.
Pubblica Accusa: E una lotta eroica la
guerra e voi ricevete le stesse razioni di viveri degli uomini contro
cui vi schierate, come vi permettete di giudicare il Fuhrer e i nostri
soldati che vi proteggono?
Sophie: E dove, in questo palazzo forse? O arrestando tutta la mia famiglia.
Pubblica Accusa: I nostri soldati stanno
liberando la Germania dalla plutocrazia e dal bolscevismo e stanno
lottando per una grande Germania libera. Nessuno occupera più il suolo
tedesco, glielo garantisco.
Sophie: Finché non finirà la guerra e arriveranno le truppe straniere e ci diranno che non ci siamo opposti a Hitler.
Pubblica Accusa: Cosa direte quando
giungerà la vittoria finale, quando in Germania arriveranno quella
libertà e quel benessere in cui voi stessa credevate con la lega delle
giovani ariane.
Sophie: Nessuno ormai crede più alla Germania di Hitler.
Pubblica Accusa: E se invece finisse come
dico io! Vi dichiarate protestante, la chiesa chiede assoluta
devozione ai suoi fedeli anche quando hanno dei dubbi.
Sophie: Sì, la chiesa da libertà di scelta mentre Hitler e i nazionalsocialisti non ci lasciano decidere.
Pubblica Accusa: Perché così giovane correte simili rischi per delle idee che non hanno fondamento?
Sophie: Io seguo la mia coscienza.
Pubblica Accusa: Siete così intelligente.
Perché non condividete il sentimento nazionalsocialista; libertà,
benessere, onore e un governo moralmente ineccepibile! In questo
crediamo.
Sophie: Dopo il bagno di sangue in cui ci
hanno trascinato i nazionalsocialisti non avete ancora aperto gli
occhi. La Germania è disonorata per sempre, a meno che i giovani non
fondino una nuova Europa.
Pubblica Accusa: La nuova Europa non potrà che essere nazionalsocialista.
Sophie: E se Hitler fosse pazzo? Pensate
all’odio razzista. E ai migliaia di ebrei a Monaco scomparsi nel ‘41 e
deportati nei campi di lavoro.
Pubblica Accusa: Voi credete a queste sciocchezze? Gli ebrei emigrano da sempre.
Sophie: I soldati che tornano da est
hanno visto i campi di sterminio. Hitler vuole eliminare tutti gli ebrei
d’Europa. Predica questo da vent’anni, ma gli ebrei non sono diversi da
noi.
Pubblica Accusa: Quella gente porta
soltanto problemi. Ma voi siete una generazione confusa e non capite,
siete stati educati male, e forse la colpa è nostra; anche se io vi
avrei educato diversamente.
Sophie: Vi rendete conto di quanto mi
abbia sconvolto scoprire che i bambini ritardati venivano eliminati con
gas e veleno. Venivano prelevati dagli ospedali psichiatrici per essere
eliminati. Con le camionette le SS andavano davanti agli ospedali, gli
altri bambini chiedevano alle infermiere dove andassero i loro compagni.
Le infermiere rispondevano loro che andavano in paradiso; e allora i
bambini salivano sulle camionette cantando. E io non dovrei provare pena
per questa gente?
Pubblica Accusa: Si tratta di esseri
inferiori. Voi che avete studiato da infermiera avrete visto più volte
dei bambini ritardati.
Sophie: In nessuna circostanza ci si può arrogare il diritto di decidere della vita e della morte di un essere umano.
Pubblica Accusa: Forse e meglio che vi
abituate all’idea che una nuova era è cominciata; quanto voi sostenete e
avulso da qualsiasi realtà.
Sophie: Quello che sto dicendo ha a che fare con la realtà, con la decenza, la morale e Dio.
Pubblica Accusa: Dio, Dio non esiste.
Signorina ora dite la verità, vostro fratello vi ha convinta dicendovi
che era giusto ciò che stava facendo e voi lo avete semplicemente
aiutato, non e questo quello che dovremo scrivere nel protocollo?
Sophie: No, perché non è vero.
Pubblica Accusa: Sapete io ho una figlio,
è un anno più giovane di voi, anche lui aveva delle strane idee ma ora è
al fronte orientale perché ha capito che deve compiere il suo dovere.
Sophie: Voi credete ancora nella vittoria finale?
Pubblica Accusa: Dannazione se almeno
aveste riflettuto a dovere, non vi sarete mai fatta coinvolgere in
questa brutta storia; rischiate la vita.
Bene secondo il protocollo passo
leggervi la seguente domanda: in seguito ai nostri colloqui siete
disposta ad ammettere che le attività svolte congiuntamente a vostro
fratello Nella fase attuale della guerra possano essere considerate un
crimine contro la comunità? In particolare contro i nostri soldati che
combattono duramente al fronte orientale e che meritino il massimo della
pena?
Sophie: Dal mio punto di vista non è così!
Pubblica Accusa: Ammettere il vostro errore non significa tradire vostro fratello.
Sophie: Ma tradirei le mie idee e io non
rinnego nulla, siete voi ad avere una visione sbagliata del mondo. Sono
convinta di aver agito nell’interesse del mio popolo, non mi pento di
questo e ne accetterò tutte le conseguenze.
Pubblica Accusa: Allora è finita, signorina Scholl.
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