Fischi, commenti e molestie contro le donne. Il successo del sito per fermare il sessism.
articolo del 21 LUGLIO 2014 scritto da
Monica Ricci Sargentini su LePersoneLaDignità
Una
sera Laura Bates si ritrovò ad essere seguita da un uomo di notte
subito dopo essere scesa dall’autobus. Non ci pensò troppo su. Incidenti
come questo, si disse, capitano tutti i giorni a Londra. Ma poi notò
che la stessa situazione o una simile si ripresentò il giorno dopo e
quello dopo ancora.
Dallo sconosciuto che ti fischia quando passeggi per
strada, al ragazzo che ti urla oscenità dal finestrino della macchina a
quello che cerca di rimorchiarti al bar quante sono le occasioni
quotidiane in cui una donna si sente a disagio? E perché nessuna di noi
fa nulla?
Laura, 27 anni, capelli biondi e lunghi, lo sguardo agguerrito,
racconta in un’intervista come è cominciata, il 16 aprile del 2012,
l’avventura dell’ Everyday Sexism project, un sito che si propone di raccontare le angherie quotidiane cui è sottoposta una donna ogni giorno in tutto il mondo.
“Cominciai a parlare con le altre donne e non potevo credere a quello che raccontavano. Molte di noi pensano solo di essere sfortunate finché non parlano con le altre”.
Due anni dopo il sito ha collezionato 70mila post da venti Paesi
del mondo in vengono descritti tutti i comportamenti sgradevoli subiti
nella vita di ogni giorno: in ufficio, sui mezzi pubblici, a scuola o
per strada. Di più: quello che doveva essere un luogo d’incontro per
sfogarsi ma anche confrontarsi è diventato una sorta di movimento che ha
ottenuto l’appoggio dei politici e di migliaia di persone in Gran
Bretagna e non solo. Bates ha parlato ad un convegno ospitato dalle
Nazioni Unite, ha lavorato con alcuni politici e scuole britanniche.
Alcuni attivisti hanno collaborato con la polizia per ridurre il numero
dei crimini sessuali e delle molestie su autobus, metro e altri mezzi
pubblici.
“Il problema maggiore – dice l’ispettore Ricky Twyford – è che spesso le donne non denunciano ma ultimamente c’è più fiducia e consapevolezza, le persone si fanno avanti e dicono quello che hanno visto”.
In Gran Bretagna si sono registrate un 36% di denunce in più e anche gli arresti sono aumentati del 22%.
Sul sito è l’ufficio il luogo dove avvengono più frequentemente gli
episodi di sessismo: “Ci sono uomini che stampano le foto delle
candidate a un lavoro e danno loro un voto. O colleghi che nella pausa
pranzo vanno allo strip club con i clienti, tagliando ovviamente fuori
le colleghe” racconta Bates. Ma ci sono anche testimonianze diverse come
quella di una ragazzina di 12 anni cui i compagni di classe dicono “di
tornare in cucina” quando alza la mano per parlare. O adolescenti che
raccontano di essere molestate quotidianamente da uomini durante il
tragitto verso la scuola.
La cosa positiva è che il web ha dato alle donne la forza di farsi
avanti. Se prima un comportamento misogino non poteva essere denunciato,
ora basta un tweet per esporre una persona al pubblico ludibrio.
“I social media ci hanno permesso di agire insieme in un’azione collettiva che ci ha reso coraggiose” spiega Bates.
Ma la strada è ancora lunga. Il progetto ora è di raggiungere Paesi
lontani come l’India o il Messico, anche se tanto lavoro rimane da fare
anche a casa, in Gran Bretagna. Basti pensare all’attenzione che si
dedica a quello che le ministre indossano più che a quello che dicono.
“La gente dice che il sessismo non esiste più. Ma in verità quando cominci a notare questi comportamenti non smetti più di vederne intorno a te” dice ancora Laura Bates.