mercoledì 23 luglio 2014

Al Baghdadi ordina l'infibulazione di tutte le donne

Mutilazioni genitali per tutte le donne del califfato. È l’ordine arrivato dal leader dei jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante


Sgomento, rabbia, incredulità. Sono le sensazioni che si provano appena le agenzie battono questa notizia proveniente dall'Iraq: "L'Isil ordina l'infibulazione per tutte le donne".


Abu Bakr Al Baghdadi, mentre recita la preghiera quotidiana in una moschea di Mosul
L'Isil (o Isis) è lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, autoproclamatosi il 29 giugno 2014, con a capo Abu Bakr al-Baghdadi.
Il folle ordine arriva direttamente dal leader dei jihadisti.
Baghdadi ha chiesto l’infibulazione per tutte le ragazze del califfato, a cavallo tra l’Iraq e la Siria. Nel breve comunicato i jihadisti affermano che la pratica è stata imposta dal profeta Maometto e riportano un elenco di suoi "hadith" (detti), che a loro dire contengono questo ordine.

Il comunicato risalirebbe ad alcuni giorni fa ed è l’ennesimo che riguarda le donne, dopo quello che impone il cosiddetto "jihad del sesso" (vale a dire di concedere le ragazze vergini della propria famiglia ai jihadisti) e quello che impone la segregazione dei sessi all'interno delle università. Mentre negli altri comunicati si faceva riferimento a Mosul, la città irachena controllata dall’Isil, in quello sulle mutilazioni genitali si fa un esplicito riferimento ad Aleppo, nel nord della Siria.

"Una notizia agghiacciante", commenta la giornalista e scrittrice italo-marocchina Souad Sbai, che citando fonti di stampa arabe dice che "almeno 28 ragazzine hanno già patito questa sorte nei giorni scorsi. Rivela ancora una volta quanto pericoloso sia, nella sua follia, questo personaggio a cui l’Occidente continua colpevolmente a lasciare mano libera. Dopo le lapidazioni di due donne, ora la orrenda e disumana volontà di infibulare tutte le donne irachene. In Europa nessuno ha notizia di questo, ma i media arabi e le associazioni di donne arabe ne parlano in maniera preoccupata: la comunità internazionale non può rimanere a guardare, nell’attesa che si compia questo crimine orrendo contro l’umanità".

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