giovedì 26 novembre 2015

Il 25 novembre di Adiantum


Noiosa premessa:

Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Perché esiste la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” e non esiste la “Giornata internazionale contro la violenza sugli uomini”? Non subiscono violenza anche gli uomini?
Si, anche gli uomini subiscono violenza. Ma, come spiega splendidamente l’Accademia della Crusca, c’è una particolare forma di violenza che le donne subiscono in virtù della loro appartenenza ad un genere discriminato, ed è quella violenza “esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte“.

La Giornata è stata istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, e la stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini“.

L’istituzione di questa giornata intende sminuire il disvalore sociale del comportamento violento quando è rivolto contro un cittadino di sesso maschile?
No, certo che no.

Ci dice l’Istat:

Gli uomini uccisi (368 nel 2012, pari all’1,3 per 100.000 maschi) sono prevalentemente vittime di omicidi per furto o rapina e da criminalità organizzata, mentre gli omicidi delle donne sono consumati maggiormente in ambito familiare. Per questo motivo i tassi per gli uomini ricalcano il trend in diminuzione che caratterizza omicidi da criminalità organizzata e per furto, mentre quelli per le donne rimangono sostanzialmente stabili, con il risultato finale che, sul totale delle vittime, aumenta la quota di vittime femminili e diminuisce la componente maschile. 

Le donne uccise nel 2012 sono state 160 (0,5 per 100.000 donne), prevalentemente in ambito familiare. I dati di Polizia indicano, per il 2012, che il 46,3% delle donne è stata uccisa da un partner o da un ex-partner (erano il 54,1% nel 2009 e il 38,7% nel 2004), il 20% da un parente e il 10,6% da un amico o un’altra persona che conoscevano. Le persone uccise da un estraneo sono solo il 14,4% del totale delle vittime donna, mentre per gli uomini tale percentuale è pari al 33,4%.
Gli uomini sono uccisi, inoltre, prevalentemente da autori non identificati (45,4% contro l’8,7% nel caso delle donne) e in minima parte da partner o ex-partner (2,2%) e da parenti (10,3%). [pagg.157-158]

Quello che si nota immediatamente è che vengono uccisi più uomini che donne (1,3 contro lo 0,5 su 100.000), ma che la violenza nelle relazioni sentimentali miete molte più vittime fra le donne che fra gli uomini: il 46,3% contro il 2,2%.

Ci dice sempre l’Istat che nel quinquennio 2009/2014:

6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni:
- il 20,2% ha subìto violenza fisica,
- il 21% violenza sessuale,
- il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri.

Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri… I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente… Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014).


L’Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia ci dice che:

La violenza assistita costituisce la seconda forma di violenza più diffusa tra quelle registrate: circa 1 bambino su 5 fra quelli maltrattati è testimone di violenza domestica intrafamiliare. [pag.33]
A partire da questi dati sono legittimata a dedurre che, nella maggior parte dei casi, il responsabile di quella particolare forma di maltrattamento che viene definita “violenza assistita” (peraltro molto diffusa) è di sesso maschile?
Secondo Adiantum, Associazione di associazioni nazionali per la tutela dei minori, non posso.
Per questo motivo, Adiantum ha deciso di celebrare il 25 novembre prendendosela con Siria Trezzi, Sindaca di Cinisello Balsamo

adiantum_25novembre


responsabile di aver promosso la campagna “Cattivo esempio”, realizzata da studenti del corso triennale in Comunicazione Pubblicitaria di Ied Management e Comunicazione di Milano con i loro docenti, e nata da una collaborazione con il Comune di Cinisello Balsamo, la Regione Lombardia, l’Azienda Sanitaria Locale Milano, gli Ospedali Buzzi e Bassini, la Cooperativa Il Torpedone e il periodico locale La Città.

cinisello balsamo


Abbiamo già visto, analizzando altri articoli, che secondo Adiantum parlare di apertamente di violenza di genere è intollerabile, perché “la violenza non ha sesso né genere“.
I dati che ci dicono che a morire in famiglia, per mano del partner, sono il 46,3% delle donne contro il 2,2% degli uomini sarebbero, secondo Adiantum, “propaganda donnista“, e la campagna di comunicazione promossa dal Comune di Cinisello Balsamo sarebbe “discriminazione strumentale di genere“.
Ma la discriminazione sarebbe “strumentale” a quale fine?
Ci dice Adiantum: strumentale ad “alienare” i bambini:
vengono utilizzate frasi attribuibili a figli in età minore e quindi la comunicazione si pone di fatto come alienazione strumentale e istituzionale sui minori perché coinvolgere i bambini nella disinformazione di genere è un pessimo esempio di Educazione Sociale.

Accantonando per un attimo l’argomento “disinformazione”, vorrei farvi notare che quelli “coinvolti” nella campagna sono bambini disegnati, non sono veri bambini; qui si prospetta una nuova sindrome: la SAF, la sindrome da alienazione dei fumetti, per cui attenti amici illustratori!

A proposito di “disinformazione”, invece, vi ricordo che a partire dal 2012 a mezzo stampa sono stati diffusi i risultati di una ricerca condotta dal professor Pasquale Giuseppe Marcrì dell’Università di Arezzo, Fabio Nestola, nel consiglio direttivo di Adiantum insieme ad un altro membro bel gruppo, la Psicologa Sara Pezzuolo, che fra le altre cose scrive nel portale http://www.papaseparati.it, e la Dottoressa Yasmin Albo Loha, anche lei membro di Ecpat Italia nonché membro del CSA Fenbi (Centro Studi Applicati Federazione Nazionale per la Bigenitorialità). Secondo questa ricerca ben 5 milioni di uomini sarebbero vittime di violenza da parte delle donne e 3,8 milioni avrebbero subito violenza sessuale.

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Dati allarmanti, tanto che il 26 febbraio 2014 l’On. Tiziana Ciprini, del Gruppo parlamentare Movimento 5 stelle, ha depositato un’interrogazione a risposta scritta sul tema della ‘violenza femminile contro gli uomini’ basata su questo studio.

Purtroppo, come ci ha spiegato all’epoca la Dr.ssa in Statistica per le Analisi Demografiche e Sociali Giuliana Olzai, si tratta di dati campati in aria.

Mi scrisse, la Dottoressa Olzai:

La statistica non è una opinione ma una scienza impostata su dei criteri scientifici che vanno seguiti e rispettati se si vuole ottenere un campione rappresentativo o quantomeno significativo.
E allora, si vuole forse sovradimensionare a livello mediatico un fenomeno che a conti fatti questo studio non riesce a definire quantitativamente e qualitativamente in modo corretto e credibile? 
Se così fosse ritengo vada a discapito di una veritiera e corretta informazione.

Se andiamo a leggerlo, lo studio, scopriamo che fra le domande del sondaggio che riguardano la violenza sessuale contro gli uomini, c’è questa:  
è capitato che una donna abbia iniziato con te i preliminari di un atto sessuale, per poi rifiutarlo senza fartene comprendere il motivo?
Secondo questi “ricercatori”, il fatto di rifiutatare un rapporto sessuale completo di penetrazione configurerebbe il reato di violenza sessuale. La donna che si nega al desiderio maschile è, nell’immaginario di queste persone, una donna violenta.
Sappiamo che una sentenza della Cassazione ha stabilito che “Integra il reato di violenza sessuale la condotta di chi prosegua un rapporto sessuale quando il consenso della vittima, originariamente prestato, venga poi meno a causa di un ripensamento o della non condivisione della modalità di consumazione del rapporto”: quello che secondo la Cassazione è un abuso verso la donna, da questo studio è descritto come un abuso nei confronti dell’uomo.

L’esposto di Adiantum contro la campagna “Cattivo Esempio” opera il medesimo ribaltamento della realtà, servendosi della fallacia tu quoque: una campagna che denuncia il fenomeno della violenza domestica e i suoi effetti sui bambini, un fenomeno le cui vittime sono principalmente le donne (il che non significa che gli uomini non siano vittime di altre forme di violenza, come abbiamo rimarcato commentando i dati dell’Istat) e che affonda le radici in una cultura patriarcale che discrimina le donne, sarebbe discriminatoria nei confronti dei poveri uomini.
Come dire che se promuoviamo una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle morti bianche stiamo discriminando i morti per mano della criminalità organizzata.

Dalla cronaca locale:

«Un messaggio vergognoso e discriminatorio – dice il capogruppo del Carroccio cinisellese Giacomo Ghilardi -. È fuorviante: la battaglia è giusta, ma il modo è intollerabile. La campagna condanna a priori i padri e le famiglie, in quei beceri cartelli si tende a denigrare tutti i padri e a lanciare un messaggio di violenza a tutti i figli».

Condanna “a priori”?
Io direi piuttosto che la campagna denuncia un fenomeno sulla base di dati concreti, e quei dati ci dicono che a commettere violenza contro il partner all’interno delle mura domestiche sono gli uomini, come giustamente sottolinea il comunicato stampa apparso in risposta alla polemica sul sito del Comune di Cinisello Balsamo.

Ora vi mostrerò delle immagini tratte da campagne contro il razzismo:


alexsandro-palombo-e-la-campagna-contro-il
no_to_racism

Salta subito agli occhi che il razzista ha la pelle chiara, mentre il discriminato ha la pelle scura. Perché? Perché avere la pelle chiara è una caratteristica genetica che porta con sé la tendenza a discriminare gli altri?
La risposta è no.
Di fronte a immagini come queste le persone dalla pelle chiara dovrebbero tutte sentirsi offese?
La risposta è no.
Ad essere stigmatizzate sono le categorie discriminate, e la denuncia di questa realtà non è discriminante nei confronti delle categorie privilegiate.
Se navigate il sito di Adiantum, vi imbatterete in un simpatico articolo dal titolo “Le donne/Iazebel proliferano nei nostri tribunali“:

donna_iezebel


Un articolo che – senza riportare nessun dato sensibile a supporto di quanto racconta – denuncia il prolificare di una particolare specie di donna che viene definita così:
  • L’opinione della Donna/Iazebel sui bambini è perversa. Lei dice che li ama, ma in realtà non sa come amarli, e finisce per usarli come arma per soddisfare i suoi bisogni egoistici (la c.d. Sindrome della madre malevola ne è una sfumatura). I bambini sono semplicemente pedine che lei muove nel suo gioco di potere e controllo;
  • La Donna/Iazebel è la classica pugnalatrice nella schiena: ti sorride, ti abbraccia e bacia, ma appena giri le spalle ti spara, ed in sede di separazione o divorzio è anche peggio;
  • parlano in maniera soffice, dando l’illusione di essere premurose, materne, protettive, qualche volta persino sottomesse. Abili attrici, come ogni demone che si rispetti, manipolano la realtà.
Secondo l’autrice di questo capolavoro esistono “Uomini/Iazebel”?
No, a quanto pare no. Questi demoni perversi, incapaci di amare, assetati di denaro e abili manipolatori sono esclusivamente di sesso femminile.
Come può affermarlo?
A beh, lei è un avvocato e quindi “lo sa”. Noi dovremmo crederle sulla parola. D’altra parte, l’abitudine di basarsi su dati statistici è una pratica “donnista”, e le donne di Adiantum non possono certo abbassarsi a quel livello.

Mi chiedo: chissà come mai pubblicare un articolo che ci racconta di donne demoniache affette da sindromi inesistenti che girano per i Tribunali con l’unico scopo di esercitare “potere e controllo” non è discriminatorio, mentre lo è un’iniziativa promossa dal Comune di Cinisello Balsamo che illustra il fenomeno della violenza assistita sui bambini in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne?

E vorrei chiedere ad Adiantum, associazione di associazioni nazionali per la tutela dei minori: perché guardi la pagliuzza che è nellocchio di tua sorella, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?

P.S. A proposito di campagne…

fonte: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2015/11/26/il-25-novembre-di-adiantum/

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