giovedì 8 ottobre 2015

Lapidazione e pena di morte

È stata approvata oggi a Bruxelles la mozione di risoluzione contro la pena di morte e la lapidazione proposta dai portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo. Un’azione che ha visto in prima linea l’europarlamentare pordenonese Marco Zullo, coinvolto sin dall’inizio del suo mandato nell’assemblea europea da Taher Djafarizad, presidente dell’associazione Neda Day, nata proprio a Pordenone al fine di combattere e sconfiggere la violenza sulle donne.

«Oggi abbiamo tagliato il primo traguardo di una lunga corsa a tappe - commenta soddisfatto Zullo - E’ un percorso nato mesi fa, snodatosi a partire da un banchetto organizzato in piazza Cavour dal Meet Up Pordenone 5 Stelle nel corso del quale ho incontrato Taher».

Dopo quell’incontro, l’europarlamentare ha portato l’istanza dell’associazione a Bruxelles e nel giugno scorso ha organizzato - assieme ai colleghi del Movimento Ignazio Corrao, Daniela Aiuto, Eleonora Evi e Fabio Massimo Castaldo - un meeting dedicato al tema, con un dibattito animato dallo stesso Djafarizad, da alcuni esuli iraniani e dai vertici delle commissioni sui diritti delle donne e degli umani dell’Europarlamento; la giornata si concluse con la proiezione del film-inchiesta “The stoning of Soraya M.”, che scosse i presenti per i contenuti particolarmente forti: ancora oggi la lapidazione, utilizzata come pena per l’adulterio, funge da deterrente psicologico per mantenere le popolazioni nel terrore.

«Partendo da un banchetto, dal coinvolgimento di un comitato cittadino molto attivo e dal sostegno dei pordenonesi, siamo arrivati in Europa, spingendo l’Europarlamento per la prima volta ad adottare una risoluzione sul tema della lapidazione - riprende Zullo - Un risultato più difficile da ottenere di quanto ci si potrebbe attendere: non bisogna dimenticare che moltissimi dei Paesi che applicano questo tipo di pena, come Iran, Iraq e Pakistan, sono molto potenti a livello economico e politico e un pronunciamento contro questi governi genera inevitabilmente delle assurde resistenze».

All’una è arrivata però l’attesa fumata bianca, con l’approvazione tout-court del testo, compresi i punti proposti da Zullo e colleghi, nei quali si condanna esplicitamente la pratica della lapidazione e si spingono urgentemente i Paesi che ancora la praticano ad attivarsi tempestivamente per l’abolizione.

«E’ un successo, un primo passo verso la liberazione dalle oppressioni dettate dal fanatismo religioso e politico», conclude Zullo.

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