È stata approvata oggi a Bruxelles la mozione di risoluzione
contro la pena di morte e la lapidazione proposta dai portavoce del
Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo. Un’azione che ha visto in
prima linea l’europarlament are
pordenonese Marco Zullo, coinvolto sin dall’inizio del suo mandato
nell’assemblea europea da Taher Djafarizad, presidente dell’associazio ne
Neda Day, nata proprio a Pordenone al fine di combattere e sconfiggere
la violenza sulle donne.
«Oggi abbiamo tagliato il primo traguardo di
una lunga corsa a tappe - commenta soddisfatto Zullo - E’ un percorso
nato mesi fa, snodatosi a partire da un banchetto organizzato in piazza
Cavour dal Meet Up Pordenone 5 Stelle nel corso del quale ho incontrato
Taher».
Dopo quell’incontro, l’europarlament are ha portato l’istanza dell’associazio ne
a Bruxelles e nel giugno scorso ha organizzato - assieme ai colleghi
del Movimento Ignazio Corrao, Daniela Aiuto, Eleonora Evi e Fabio
Massimo Castaldo - un meeting dedicato al tema, con un dibattito animato
dallo stesso Djafarizad, da alcuni esuli iraniani e dai vertici delle
commissioni sui diritti delle donne e degli umani dell’Europarlam ento;
la giornata si concluse con la proiezione del film-inchiesta “The
stoning of Soraya M.”, che scosse i presenti per i contenuti
particolarmente forti:
ancora oggi la lapidazione, utilizzata come pena per l’adulterio, funge
da deterrente psicologico per mantenere le popolazioni nel terrore.
«Partendo da un banchetto, dal coinvolgimento di un comitato cittadino
molto attivo e dal sostegno dei pordenonesi, siamo arrivati in Europa,
spingendo l’Europarlament o
per la prima volta ad adottare una risoluzione sul tema della
lapidazione - riprende Zullo - Un risultato più difficile da ottenere
di quanto ci si potrebbe attendere: non bisogna dimenticare che
moltissimi dei Paesi che applicano questo tipo di pena, come Iran, Iraq e
Pakistan, sono molto potenti a livello economico e politico e un
pronunciamento contro questi governi genera inevitabilmente
delle assurde resistenze».
All’una è arrivata però l’attesa fumata
bianca, con l’approvazione tout-court del testo, compresi i punti
proposti da Zullo e colleghi, nei quali si condanna esplicitamente la
pratica della lapidazione e si spingono urgentemente i Paesi che ancora
la praticano ad attivarsi tempestivamente
per l’abolizione.
«E’ un successo, un primo passo verso la liberazione
dalle oppressioni dettate dal fanatismo religioso e politico», conclude
Zullo.
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