lunedì 14 dicembre 2015

In Arabia Saudita le donne votano per la prima volta


Il 12 dicembre 2015 è una data che passerà alla storia: in Arabia Saudita si sono tenute le elezioni municipali e per la prima volta in assoluto hanno potuto votare (e candidarsi) anche le donne. Un passo importante per un Paese in cui i diritti femminili sono molto limitati


Cerchiamo di capire, con l’aiuto di un’esperta, cosa significa questa “apertura” del re saudita.

È UN’OCCASIONE DI EMANCIPAZIONE  In Italia il suffragio femminile è stato istituito nel 1946, in ritardo rispetto a Paesi come Regno Unito e Stati Uniti. Anche se sembra strano, ci sono posti nel mondo dove le donne hanno la possibilità di votare solamente adesso.
«L’Arabia Saudita è una monarchia assoluta, le uniche elezioni permesse sono quelle municipali e si tengono solo da 10 anni» spiega Valeria Talbot, ricercatrice dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano.
«Il voto femminile, promesso nel 2011 sulla scia delle primavere arabe, diventa quindi un passo cruciale verso l’emancipazione. In questo regno le donne non possono guidare l’auto né viaggiare da sole: fare un segno su una scheda elettorale o potersi candidare è una conquista».

MA PARTECIPARE NON È SEMPLICE  Sulla carta il voto per le municipali sarà un suffragio universale.
«Le difficoltà per le donne, però, saranno tante» continua la ricercatrice dell’Ispi.
«Per votare bisogna registrarsi presentando un documento di identità, che non tutte hanno. E anche se il permesso di mariti e padri non serve, le saudite dovranno farsi accompagnare alle urne da un uomo della famiglia».
Le iscritte sono 136.000: circa il 10% degli elettori. Le candidate saranno invece 900 su 7.000 aspiranti sindaci e consiglieri.
«Sembrano numeri bassi, ma per l’Arabia Saudita è un risultato significativo» dice Valeria Talbot.
«Oltre alle rigide regole della sharia, la legge islamica, bisogna considerare le resistenze culturali difficili da sradicare, specie per le donne anziane o che vivono in zone rurali».

E PER LA PARITÀ RESTA MOLTO DA FARE  Per le saudite, soprattutto le più giovani o quelle che hanno studiato all’estero, il 12 dicembre sarà un momento importantissimo.
«Se poi qualcuna verrà eletta, come si pensa possa accadere, questo voto avrà un valore simbolico ancora più forte» commenta l’esperta.
«Ma siamo solo all’inizio: da qui parte un percorso che richiederà molto tempo per portare maggiori diritti. Anche se è ricca, l’Arabia Saudita è tra i Paesi più conservatori al mondo e c’è una forte censura: per una maggiore apertura dovrà essere coinvolta tutta la società, uomini compresi».

articolo di Sara Scheggia  postato l'08 Dicembre 2015 su DonnaModerna

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