La mia gonna corta non è un invito,
una provocazione,
un’indicazione che lo voglio
o che la do
o che batto.
La mia gonna corta non è una supplica,
non vi chiede di essere strappata
o tirata su o giù.
La mia gonna corta
non è un motivo legittimo per violentarmi,
anche se prima lo era,
è una tesi che non regge più in tribunale.
La mia gonna corta,
che voi ci crediate o no,
non ha niente a che fare con voi.
La mia gonna corta
è riscoprire il potere dei miei polpacci,
è l’aria fredda autunnale che accarezza
l’interno delle mie cosce,
è lasciare che viva dentro di me
tutto ciò che vedo o incrocio o sento.
La mia gonna corta
non è la prova che sono una stupida
o un’indecisa
o una ragazzina manipolabile.
La mia gonna corta è la mia sfida.
Non vi permetterò di farmi paura.
La mia gonna corta non è un’esibizione,
è ciò che sono
prima che mi obbligaste a nasconderlo
o a soffocarlo.
Fateci l’abitudine.
La mia gonna corta è felicità.
Mi sento in contatto con la terra.
Sono qui. Sono bella.
La mia gonna corta è una bandiera
di liberazione nell’esercito delle donne .
Dichiaro queste strade, tutte le strade,
patria della mia vagina.
La mia gonna corta
è acqua turchese con pesci colorati che nuotano
un festival d’estate nella notte stellata,
un uccello che cinguetta,
un treno che arriva in una città straniera.
La mia gonna corta è una scorribanda,
un respiro profondo,
il casqué di un tango.
La mia gonna corta è
iniziazione,
apprezzamento,
eccitazione.
Ma soprattutto
la mia gonna corta
con tutto quel che c’è sotto
è mia, mia, mia.
Eve Ensler
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