martedì 2 luglio 2013

Piazza Tahrir: la doppia lotta delle donne

Le donne in Egitto "punite" per il coraggio con il quale manifestano in piazza:
tahrirLo ha denunciato Tom Dale, giornalista dell’ Egypt Independent: “La sera del 25 gennaio, stavo passando per la piazza, nella zona dove di solito montano il palco, cominciava a fare buio e ho assistito a un altro episodio simile. A una trentina di metri di distanza si era formato un mulinello di persone, con una donna sulla quarantina, chiaramente egiziana, al centro. Cerchi concentrici di uomini le giravano attorno e lei urlava. Ho cercato di farmi strada tra la folla. Alla fine quelli che la circondavano l’hanno spinta verso le sbarre. Lei continuava a urlare. Ero ormai a pochi metri di distanza quando l’ho persa di vista, era stata gettata a terra. Quando è ricomparsa era nuda e le si leggeva il terrore sul volto“.

Tra i manifestanti di piazza Tahrir ci sono molte attiviste di sesso femminile. Sanno quello a cui vanno incontro, ma non rinunciano alla lotta. La prima violenza che l’uomo consuma sulla donna precede la violenza stessa. È il senso di paura che la spinge a condizionare le proprie scelte per evitare il rischio di uno stupro, un’aggressione o addirittura la morte. L’arma che stringe in pugno l’uomo che si macchia di omicidio di genere è il controllo della sua vittima attraverso la paura. Le donne di piazza Tahrir combattono una doppia battaglia, una politica e una per i diritti di genere.

Non lo ripeteremo mai abbastanza volte. Il machismo, maschilismo, sessismo, non solo esistono ma mietono le loro vittime da un capo all’altro del mondo.

Dall’Egitto all’India, negli stupri di gruppo sugli autobus di Bombay; nel femmenicidio di Ciudad Juarez, Messico; in Italia, che ha visto un 2012 nero con l’uccisione di più di cento donne per motivi di genere. Negli stati Uniti, dove viene denunciato uno stupro ogni 6,2 minuti.

È aumentato il numero degli uomini e di organizzazioni a carattere maschile che si uniscono alla lotta contro la violenza sulle donne ma si può uscire dal problema solo con una consapevolezza generalizzata del fenomeno.
Il vero cambiamento non si trova nelle parole ma scende in piazza insieme alle donne di Tahrir.

Elena Risi
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