sabato 28 settembre 2013

Appello di ConvenzioneNoMore

convenzione antiviolenza <convenzioneantiviolenza@gmail.com>

  
A tutte e tutti coloro che hanno firmato la Convenzione NO MORE chiediamo di scrivere o mandare email con il testo allegato ai capigruppo alla Camera e ai parlamentari del loro territorio, invitandoli a sostenere gli emendamenti proposti dalla Convenzione NO MORE, nel dibattito parlamentare che inizierà alla Camera a partire da Giovedì 26 settembre 2013.

Questi gli indirizzi dei capigruppo alla Camera:


r.brunetta@camera.it
dellai_l@camera.it
giorgetti_g@camera.it
meloni_g@camera.it
migliore_g@camera.it
nuti_r@camera.it
pisicchio_g@camera.it
speranza_r@camera.it

E al Senato:


luigi.zanda@senato.it
renato.schifani@senato.it
nicola.morra.63@facebook.com
massimo.bitonci@senato.it
mario.ferrara@senato.it
karl.zeller@senato.it
loredana.depetris@senato.it
 

Grazie,
il coordinamento No MORE!







 PROPOSTE DI EMENDAMENTI DELLA CONVENZIONE NO MORE!
 ALLA LEGGE DI CONVERSIONE N. 1540 DEL 2013 

In data 10.09.2013 la Convenzione NO MORE! Contro la violenza sulle donne – femminicidio, che già aveva criticato le misure in materia di violenza di genere contenute nel d.l. 93/2013, è stata audita dalle Commissioni Giustizia ed Affari Costituzionali della Camera dei Deputati riunite.
 In quella sede la Convenzione No More ha ribadito che “Le associazioni promotrici della Convenzione No More ritengono che questo decreto legge rappresenti una risposta istituzionale alla violenza maschile e del femminicidio che, pur in presenza di alcune norme positive, rimane disorganica e lontana dalle reali esigenze delle donne che vogliono uscire da situazioni di violenza e degli operatori e operatrici che devono supportarle in questo percorso.
  Come dimostrano numerosi tragici episodi, alle donne non è mancata la coscienza del pericolo, ma non sono state sostenute né protette dalle istituzioni alle quali pure si erano rivolte e che avevano il dovere di agire”.

 La Convenzione No More in vista della scadenza di giovedì 26 settembre 2013, termine in cui il decreto legge arriverà nell’aula della Camera per la discussione e la votazione, ha proposto una serie di emendamenti al disegno di legge di conversione depositato, al fine di renderlo conforme agli obblighi internazionali e comunitari assunti dallo Stato italiano in materia di violenza maschile sulle donne.
 Riteniamo che la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica (c.d. Convenzione di Istanbul) , approvata all’unanimità dal Parlamento italiano nel maggio 2013, debba essere il riferimento essenziale per le definizioni delle forme di violenza in modo organico e senza restrizioni per costruire i passi successivi alla sua compiuta applicazione.

 La Convenzione di Istanbul attua una strategia di intervento che privilegia la prevenzione del fenomeno, e soprattutto la protezione delle vittime per contrastare la violenza contro le donne, lasciando alla repressione penale il ruolo sussidiario che le compete. Tale strategia si fonda sul presupposto che un’efficace azione di protezione delle vittime, sin dalle iniziali manifestazioni criminose (stalking, maltrattamenti, lesioni personali, violenze sessuali) può inibire i successivi comportamenti di sopraffazione che caratterizzano le violenze contro le donne, comportamenti che spesso conducono al femminicidio.

 Si fa pertanto richiesta:

- o A tutte/i i Parlamentari che hanno aderito alla Convenzione e a tutti coloro che hanno votato convintamente la Convenzione di Istanbul di presentare e sostenere gli emendamenti proposti dalla Convenzione No More.
- o emendare il decreto legge, attraverso la modifica nella legge di conversione dei singoli istituti previsti, per renderli compatibili con gli obblighi internazionali ed europei assunti dalle Istituzioni e per renderli più efficaci / meno dannosi nell’impatto sulla vita reale delle donne e degli operatori tenendo conto di tutti i rilievi in questo senso nati dalla attuale discussione.
- o impegnare il governo alla predisposizione di un immediato intervento organico e coordinato a partire dal rinnovo del Piano Nazionale antiviolenza che deve essere valutato con le realtà delle donne e adeguatamente finanziato a partire dalla raccolta dati integrata e organica, dalle azioni di prevenzione stabili, di formazione in ogni struttura dello stato e di promozione di una cultura rispettosa della libertà femminile oltre che repressiva delle azioni violente.

 A tutte e tutti coloro che hanno firmato la Convenzione NO MORE chiediamo di contattare, scrivere e mandare email a tutti i capigruppo alla Camera e ai parlamentare del loro territorio invitandoli a sostenere gli emendamenti proposti dalla Convenzione NO MORE.

1 commento:

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