Caro Daniel,
da diverso tempo ti reputo il mio stalker e spero davvero che tale
qualifica non ti offenda. Del resto, sia chiaro, non saprei come altro
considerarti: non un ammiratore e nemmeno un semplice utente di
Giramenti.
Mi sono posta spesso il quesito, fin dal post che
ci ha fatti incontrare. Non sapendo come incasellarti, ho chiesto
consiglio alla Questura di Ferrara. Ho fatto presente che mi hai dato della donnaccia su Facebook, che
sul mio blog ti sei spacciato per il tuo avvocato, il tuo psicologo,
per tua cognata e per qualche altro personaggio, sempre presentandoti
con la stessa email e lo stesso IP.
Secondo la Questura di Ferrara, il fatto che abiti a Catania ti rende uno stalker a basso rischio d’azione. Dunque uno stalker inamovibile e un po’ pigro, spero che la cosa non ti urti.
Secondo la Questura di Ferrara, il fatto che abiti a Catania ti rende uno stalker a basso rischio d’azione. Dunque uno stalker inamovibile e un po’ pigro, spero che la cosa non ti urti.
Sempre secondo la Questura, non si è certi che sia proprio tu a
celarti dietro quel computer, e non importa se la tua faccia compare in
un video intitolato «gaia conventi distruttrice dello scrittore Trille Daniel Cristian e smerdamento alla youcanprint». La
certezza matematica non esiste, forse non sei tu, forse è il tuo
psicologo, il tuo avvocato, tua cognata… Ecco, magari tua cognata no,
sarebbe poco credibile.
Quindi la Questura ha preso le tue parti, e spero che la cosa ti
renda felice. Non esserlo troppo, il tuo sorriso potrebbe sparire a
breve.
In questi mesi, dopo la tua telefonata al mio numero di casa, ho
dovuto contattare Telecom, e anche Telecom non voleva darmi ragione.
Pensa che, nonostante il mio gestore telefonico avesse lasciato online i
miei dati sensibili, ho impiegato due mesi per cambiare gratis il
numero. Spero che nel frattempo tu non mi abbia cercata ancora, in quei
mesi non ho risposto al telefono. Ovviamente non ho potuto cambiare
indirizzo, ma tanto tu sei pigro e non verrai mai a trovarmi, dico bene?
In tanti hanno stabilito che il tuo interesse nei miei confronti era
cosa accettabile, poi la Questura ferrarese mi ha chiarito il concetto:
tu puoi darmi della donnaccia perché in quel post, dove
racconto come ti sei spacciato per lettore per spammare il tuo libro su
Yahoo Answers – cosa che hai pienamente confermato in questo commento
–, gli utenti di Giramenti esprimono molta perplessità circa le tue
doti di scrittore. E poco importa che tu ti definisca autore presso una
piattaforma di self publishing, evidentemente non sei pronto ad
accogliere le critiche del pubblico.
Ma stai tranquillo, la Questura dice che hai i tuoi buoni motivi per dirmi che sono una troia, io molti meno nel farti presente che la tua scrittura risulta inadatta alla pubblicazione.
Per lungo tempo, nonostante tu ci abbia tenuto a farmi sentire la tua presenza, ho lasciato i tuoi commenti in moderazione.
In ottobre (immagine cliccabile) mi davi della stronza e mi suggerivi
di pigliare la vita con calma, in novembre mi consigliavi di prendere
confidenza con un’arma da fuoco.
Poi, avendo visto che i tuoi consigli non smuovevano la mia coscienza, ti sei fatto più esplicito.
Poi, avendo visto che i tuoi consigli non smuovevano la mia coscienza, ti sei fatto più esplicito.
In questo nuovo commento mi spieghi che i proiettili vengono venduti
con estrema facilità. Se la Questura avesse stabilito che posso
considerarmi vittima di stalking, dovrei sentirmi seriamente minacciata
da tale asserzione. Purtroppo, però, la Questura, la Postale e per lungo
tempo anche la Telecom, hanno decretato che in quanto affermi e minacci
non si ravvisa alcuna forma di stalking. Alcuna forma credibile,
intendo, essendo tu – a parere di qualcuno – un tizio che mai
prenderebbe un treno, mai armerebbe una pistola e mai si presenterebbe
alla porta di casa mia.
Ovviamente ho qualche dubbio a riguardo, ma non ho alcuna intenzione
di passare di nuovo una mattina in Questura. Lascerò quindi sia il web a
decidere come devo pormi nei tuoi confronti: questa lettera verrà
diffusa via Twitter (con questi hashtag: #FF #stalkingstalkersday), via
Facebook e tramite reblog.
E ora, se credi, puoi smettere di sorridere. Ora, infatti, fai parte – assieme a me – di un piccolo esperimento. Cosa che ti renderà assai popolare: in qualità di scrittore dovresti esserne soddisfatto, in qualità di stalker forse un po’ meno. Ma la Questura ha stabilito che tu non sei uno stalker, stai tranquillo.
Che succede poi? Puoi scegliere di fare diverse cose: stampare questo
post e andare in Questura a Catania, segnalare questo post alla Polizia
Postale, acquistare – facilmente – quei proiettili. Ovviamente la tua
libertà d’azione termina sul mio zerbino. Una vittima di stalking non lo
direbbe mai ma io, ormai si è capito, non mi ritengo una vittima.
Spero non me ne vorrai ma, mentre tu acquisti proiettili, io uso la
tastiera. La mia arma è questa, vediamo se funziona meglio delle tue
minacce.
[* Gentili lettori, partecipare a questo esperimento è molto
semplice: condividete questa lettera sui social network – gli hashtag su
Twitter sono #FF #stalkingstalkersday –, ribloggate il post o usatelo
per integrare i vostri articoli dedicati allo stalking. Se scopriremo
che la battaglia va combattuta in questo modo, sapremo come difenderci e
come uscirne vincenti. Grazie a tutti]. (Gaia Lodovica)
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