mercoledì 20 agosto 2014

Stupri durante i conflitti: in Iraq come fu in Bosnia


La ragazza rapita dai jihadisti: "Siamo le loro schiave sessuali, salvateci o aiutateci a morire".


E' l'appello disperato di una giovane yazida nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico in Iraq:

 "Ogni giorno arrivano i combattenti e cercano tra di noi. Prendono due o tre ragazze carine. Quando le ragazze tornano sono in lacrime, sfinite e umiliate. I combattenti le portano ai loro emiri, che ne abusano sessualmente. Le donne li supplicano di sparare loro alla testa per mettere fine alla loro miseria".
"Diverse ragazze si sono suicidate. Oggi una ragazza si è impiccata con il velo ed è morta. Salvateci, salvateci. Chiunque possa sentire la nostra voce - Stati Uniti, Europa, chiunque - per favore aiutateci, salvateci": questo l'accorato appello lanciato attraverso l'agenzia di stampa curda Rudaw da una 24enne yazida detenuta dai jihadisti dello Stato islamico nel nord dell'Iraq.

Secondo la donna, sarebbero circa 200 le donne yazide rinchiuse con lei nella prigione situata nei pressi della contea di Baaji, nella provincia di Mosul: "Dalle tre alle quattro volte al giorno vengono nel cortile della prigione. Le ragazze li supplicano di sparare loro alla testa per mettere fine alla loro miseria".

In lacrime la ragazza ripete più volte la località dove si trova la prigione in cui è rinchiusa, supplicando anche di lanciare raid aerei per seppellirle e farle riposare in paese: "Ogni giorno arrivano i combattenti e cercano tra di noi. Prendono due o tre ragazze carine. Quando le ragazze tornano sono in lacrime, sfinite e umiliate. I combattenti portano le ragazze ai loro emiri, che ne abusano sessualmente".

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