Scritto da Carlotta Visentin il su
Con
diversi giorni di ritardo (chissà perché) emerge sempre con più
chiarezza la gravità dell’assalto sessuale di massa (coordinato?) subito
a Colonia dalle donne tedesche durante la notte di capodanno.
Da donna la prima cosa che mi viene in
mente leggendo i diversi resoconti di quella notte è la consapevolezza
del disprezzo mostrato dagli aggressori nei confronti dell’essere donna.
Da quello che si apprende qualche migliaio di persone, verosimilmente
immigrati, hanno aggredito decine e decine di donne tedesche in quello
che appare un attacco coordinato piuttosto che un susseguirsi di eventi
casuali. La cosa non può non preoccupare perché se veramente i fatti di
Colonia (come sembra) sono il frutto di qualcosa di studiato a tavolino
(coordinati) non si tratterebbe di semplici atti di delinquenza contro
le donne, come ne avvengono a migliaia, ma si tratterebbe di un vero e
proprio attacco ai nostri valori democratici che hanno tra i loro
capisaldi proprio la parità di genere.
Le testimonianze concordano col dire che
gli aggressori erano “arabi” e “nord africani” il che mette a dura
prova la politica dell’accoglienza implementata negli anni dalla
Germania, reiterata e “potenziata” di recente nei confronti dei profughi
siriani (che chiaramente non c’entrano nulla nei fatti di Colonia).
Soprattutto pone delle domande serie sulla integrazione degli immigrati
nella società europea. Se, come sembra, le aggressioni sessuali di
Colonia contro le donne sono il frutto di un qualche tipo di
coordinamento, il messaggio che ne esce è devastante perché trasforma
quegli atti di violenza contro le donne in un attacco ai nostri valori
da parte di chi non vi si riconosce.
A preoccupare è anche il fatto che per
diversi giorni questo gravissimo attacco alle donne sia stato tenuto
nascosto dalle autorità tedesche, probabilmente per evitare che venisse
strumentalizzato dai partiti anti-immigrazione, ma il fatto resta e
anche se le notizie arrivano stranamente con il contagocce,
strumentalizzazione o meno, sembra che a portare l’attacco sessuale
contro le donne tedesche siano state proprio bande di immigrati.
E allora occorre aprire una seria
riflessione sulla integrazione di queste persone e sulla possibilità che
esse possano vivere all’interno delle democrazie europee senza alcun
rispetto delle regole e dei Diritti acquisiti.
Non è cercando di
nascondere un fatto così grave che si risolve il problema, non è
continuando a chiudere gli occhi sul problema della mancata integrazione
che si affronta una questione così importante.
E’ finito il tempo delle
“porte aperte” a tutti, chi arriva in Europa deve rispettare le nostre
regole. Su questo si deve essere intransigenti altrimenti non ci resta
che assistere impotenti alla distruzione dell’Europa sognata dai nostri
padri.
fonte: RightsReporter
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