venerdì 15 gennaio 2016

E' tempo di autodifesa

Torno su "taharrush" (stupro di gruppo), cioè sul terrorismo sessuale.
Ci torno su ma con l'aiuto di un articolo pubblicato sul mensile Shalom del mese di dicembre, tanto per puntualizzare cosa intendo quando parlo di "sapersi difendere"/di "imparare a difendersi" (su questo più di qualcuna mi ha risposto che è lo Stato -di ogni Paese- che ci deve difendere... e io ormai non sono più d'accordo, ma non perché non sia giusto così, anzi, dovrebbe essere così! tuttavia negli anni mi sono accorta che proprio non ce la fa -non ce la fanno- e quindi ora mi ostino a dire che bisogna imparare a difendersi).
Insomma, se "la notte ci piace, vogliamo uscire in pace" è un vecchio slogan che sta per tornare alla ribalta, è perché la notte/la piazza alla fine ce l'hanno sfilata da sotto i piedi (ANCHE e SPECIALMENTE con quanto è accaduto a Capodanno nel nord Europa). Ce l'hanno sfilata giorno dopo giorno, fino a raggiungere il clou la notte di S. Silvestro 2016. E ora che -dopo dieci giorni di silenzi- abbiamo cominciato a dire che dobbiamo/vogliamo riprendercela, non ho dubbi che dobbiamo anche essere in grado di poter affrontare le possibili molestie (più o meno violente che siano). Eppoi, diciamocelo francamente: non si può fare sempre affidamento sui "paladini" (ce ne sono troppo pochi!), o sugli eventuali difensori in cui speriamo ci diano aiuto (perché questi non sono sempre presenti), o su coloro che pur se sono presenti non sempre sono disposti ad intervenire (è successo spesso).

Dunque, c'è stato Capodanno, ora ci sarà Carnevale, poi ci sarà OBR 2016... ebbene, se vogliamo esserci, ed esserci con un minimo di sicurezza, prendiamo almeno qualche precauzione (autodifesa), tanto per non rimanere spiazzate davanti a situazioni di terrorismo sessuale o "semplicemente" di atti terroristici che potrebbero ripetersi. Ovunque.


E ora passiamo all'articolo di Mario Del Monte

Autodifesa fai da te

Dallo spray al peperoncino all’ombrello: come gli israeliani si sono ingegnati per combattere i terroristi con il coltello.

Gli ultimi due mesi hanno visto la popolazione israeliana subire un elevato numero di attacchi terroristici con coltelli in tutto il Paese.
Sebbene in molti casi l’esercito e la polizia siano riusciti a sventare gli attentati, gli israeliani hanno preso d’assalto i negozi che vendono oggetti per l’autodifesa e le palestre in cui si insegna il Krav Maga, uno stile di combattimento israeliano che prevede anche tecniche per reagire a simili attacchi. 

L'oggetto più acquistato, soprattutto dalle donne, è lo spray al peperoncino, una piccola bomboletta il cui getto urticante è in grado di accecare per qualche minuto l'aggressore. Il suo successo è dovuto alla facile reperibilità, al semplice utilizzo e al fatto di essere totalmente legale.  La triste cronaca degli ultimi mesi però ci ha mostrato come svariati oggetti possano trasformarsi in un'arma nel momento del bisogno: ombrelli, zaini e addirittura selfie stick, i bastoni su cui applicare lo smartphone per scattare un selfie da maggiore distanza, sono stati utilizzati con successo da alcuni cittadini israeliani per difendersi dall'incombente minaccia. Ormai molti civili si sono resi conto che scendere in strada con una qualsiasi arma è più rassicurante di andare in giro a mani vuote. 

Curiosamente in uno dei più gravi attentati su un bus di Gerusalemme si è evitata la carneficina grazie all'intervento di un ragazzo che portava con sé dei nunchaku, un’arma contundente della tradizione orientale costituita da due piccoli bastoni uniti da una catena di ferro. 

Un altro aspetto da considerare è la riluttanza ad usare coltelli: oltre a non voler essere scambiati per attentatori dalla polizia, gli israeliani sanno bene che il possesso di tali oggetti in strada può essere punito con reclusione fino a cinque anni di carcere. Lo spray al peperoncino resta la prima scelta degli israeliani ma, vista la grande richiesta, è diventato quasi impossibile reperirne uno nelle grandi città. Per questo nei vari gruppi di Facebook dove si parla di autodifesa è stato consigliato a chi non ne possedesse uno di riempire una qualsiasi bomboletta spray con prodotti per la pulizia della cucina o con generi alimentari piccanti come il tabasco. 
 
Sempre da un gruppo Facebook è nata l'iniziativa di Josh Carr, un istruttore di Krav Maga di origine sudafricana, che, per via dalla situazione di emergenza, ha offerto un corso di autodifesa gratuito a Tel Aviv.
Carr ha ricevuto più di mille adesioni finora e ha iniziato a tenere le sue lezioni nei parchi pubblici.  

Oltre alle vere e proprie tecniche per neutralizzare un eventuale aggressore, il consiglio più importante che viene dato è quello di stare molto attenti quando si passeggia in strada: niente musica nelle cuffiette e niente camminate con gli occhi incollati allo smartphone o si rischia di essere dei facili obiettivi.

Inoltre gli istruttori non intendono formare un esercito di eroi e il primo istinto deve essere sempre quello di scappare via. In ultima analisi rimanere in vita è il modo migliore per vincere il terrorismo, la consapevolezza e l'attenzione alla propria sicurezza sono sicuramente il primo passo per raggiungere questo obiettivo.

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