di Kibra Sebhat
E se un buon consiglio sul lavoro arrivasse da una ventenne? Se non credete che sia possibile, provate a leggere i post di Young Women Network, il gruppo di ragazze che ha iniziato a promuovere il networking in Università e poi…non si è più fermato. Questo è quello di Teresa Budetta
che ci fa riflettere su come sia facile perdere la fiducia in se stessi
e poi recuperarla, contando prima di tutto sulle nostre capacità. Senza
dimenticare l’importanza dei Mentor.
«Fin da piccola sono stata una studentessa modello, le uniche due
volte che ho marinato la scuola, mi sono chiusa in biblioteca a
recuperare i capitoli arretrati di filosofia, l’idea di essere
impreparata mi terrorizzava, perché volevo essere la prima della classe.
È stata proprio quella determinazione a portarmi a Milano, dove mi sono
trasferita a 18 anni per studiare all’Università Bocconi e che da qui
mi ha portato all’estero, prima in America e poi in Spagna. Tra i banchi
delle Università mi sentivo a mio agio, ancora di più tra quelli delle
biblioteche.
Poi il trauma: l’ingresso nel mondo del lavoro.
Il mio primo stage è stato in una banca d’investimento a Londra, dove
poco più che ventenne, mi sono sentita come un topolino lanciato in una
gabbia di leoni, completamente fuori posto. L’autostima che avevo
fomentato con gli ottimi voti e le certezze sul tipo di lavoro che
volevo fare erano crollate, così in appena un paio di mesi. Per farsi
notare non bastava fare i compiti, il mondo del lavoro è pieno di
persone ambiziose e di talento, per emergere bisogna essere
“imprenditori di se stessi”, imparare a vendersi e farsi avanti. Avevo
molte idee, ma ogni volta che dovevo proporle al mio capo, un uomo non
conosciuto per dolcezza e gentilezza, mi assaliva una inspiegabile
sensazione di nausea. Avrei preferito qualsiasi cosa piuttosto che
confrontarmi con lui.
Ma l’ansia di dovermi promuovere non si limitava all’ambiente
lavorativo: durante gli eventi di networking avevo le stesse difficoltà.
I miei amici, soprattutto gli uomini, appena intravedevano una persona
interessante si lanciavano a conoscerla, io invece restavo vicina alle
mie amiche, quasi avessi paura di perdermi.
La mancanza di
sicurezza e l’incapacità di sostenere il mio personal branding, come si
direbbe oggi, mi ha danneggiata in molte occasioni.
Per molto
tempo ho creduto di essere l’unica ad avere questo problema, un giorno
stanca di restare dietro le quinte, ne ho parlato con Alessandra,
ex-compagna dell’Università e co-fondatrice di Young Women Network,
ed ho capito che in realtà mi sbagliavo, ero una problema condiviso
solo che nessuna lo ammetteva ad alta voce. Durante gli eventi
organizzati da YWN, ho trovato il coraggio di condividere questa
difficoltà con diverse mentori ed ho scoperto che molte di loro
all’inizio della loro carriera avevano queste paure, ma sono riuscite a
superarle.
Il mentoring ha svolto un ruolo fondamentale nel mio percorso di
crescita personale e professionale. Confrontarmi con donne di successo,
talento e di straordinaria ispirazione, mi ha dato la forza per credere
“anche io posso farcela” e di trovare dentro di me il coraggio per
superare queste paure. Noi donne abbiamo una forza emotiva ed una
determinazione senza pari, ma per esprimerla abbiamo spesso bisogno di
una spinta iniziale, di una guida che ci indirizzi. Così è successo a
me. Da ragazza timida a networker, addirittura chiamata a parlare a il Tempo delle Donne.
Non sono diventata “miss sicurezza in se stessi”, ma sono sulla buona
strada. Molto spesso gli stereotipi e la paura di essere giudicate
limitano la nostra capacità di agire. Il mentoring e il networking sono
armi utili per trovare il coraggio di affrontare queste paure. D’altronde
si dice provando si impara, ed infatti ascoltando e buttandosi in nuove
esperienze impariamo ad aumentare la nostra autostima, a promuoverci e
dopo le prime volte, diventa un’abitudine. Infatti, io ho
iniziato a partecipare con costanza ad eventi di networking, mi sono
imposta di proporre sempre le mie idee ed ho scoperto che nella vita è
tutto una questione di pratica».
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