martedì 9 settembre 2014

E se la sicurezza in se stesse fosse questione di buone abitudini?

 
E se un buon consiglio sul lavoro arrivasse da una ventenne? Se non credete che sia possibile, provate a leggere i post di Young Women Network, il gruppo di ragazze che ha iniziato a promuovere il networking in Università e poi…non si è più fermato. Questo è quello di Teresa Budetta che ci fa riflettere su come sia facile perdere la fiducia in se stessi e poi recuperarla, contando prima di tutto sulle nostre capacità. Senza dimenticare l’importanza dei Mentor.

«Fin da piccola sono stata una studentessa modello, le uniche due volte che ho marinato la scuola, mi sono chiusa in biblioteca a recuperare i capitoli arretrati di filosofia, l’idea di essere impreparata mi terrorizzava, perché volevo essere la prima della classe. È stata proprio quella determinazione a portarmi a Milano, dove mi sono trasferita a 18 anni per studiare all’Università Bocconi e che da qui mi ha portato all’estero, prima in America e poi in Spagna. Tra i banchi delle Università mi sentivo a mio agio, ancora di più tra quelli delle biblioteche.
Poi il trauma: l’ingresso nel mondo del lavoro. 
Il mio primo stage è stato in una banca d’investimento a Londra, dove poco più che ventenne, mi sono sentita come un topolino lanciato in una gabbia di leoni, completamente fuori posto. L’autostima che avevo fomentato con gli ottimi voti e le certezze sul tipo di lavoro che volevo fare erano crollate, così in appena un paio di mesi. Per farsi notare non bastava fare i compiti, il mondo del lavoro è pieno di persone ambiziose e di talento, per emergere bisogna essere “imprenditori di se stessi”, imparare a vendersi e farsi avanti. Avevo molte idee, ma ogni volta che dovevo proporle al mio capo, un uomo non conosciuto per dolcezza e gentilezza, mi assaliva una inspiegabile sensazione di nausea. Avrei preferito qualsiasi cosa piuttosto che confrontarmi con lui.
Ma l’ansia di dovermi promuovere non si limitava all’ambiente lavorativo: durante gli eventi di networking avevo le stesse difficoltà. I miei amici, soprattutto gli uomini, appena intravedevano una persona interessante si lanciavano a conoscerla, io invece restavo vicina alle mie amiche, quasi avessi paura di perdermi.
La mancanza di sicurezza e l’incapacità di sostenere il mio personal branding, come si direbbe oggi, mi ha danneggiata in molte occasioni.
Per molto tempo ho creduto di essere l’unica ad avere questo problema, un giorno stanca di restare dietro le quinte, ne ho parlato con Alessandra, ex-compagna dell’Università e co-fondatrice di Young Women Network, ed ho capito che in realtà mi sbagliavo, ero una problema condiviso solo che nessuna lo ammetteva ad alta voce. Durante gli eventi organizzati da YWN, ho trovato il coraggio di condividere questa difficoltà con diverse mentori ed ho scoperto che molte di loro all’inizio della loro carriera avevano queste paure, ma sono riuscite a superarle.
Il mentoring ha svolto un ruolo fondamentale nel mio percorso di crescita personale e professionale. Confrontarmi con donne di successo, talento e di straordinaria ispirazione, mi ha dato la forza per credere “anche io posso farcela” e di trovare dentro di me il coraggio per superare queste paure. Noi donne abbiamo una forza emotiva ed una determinazione senza pari, ma per esprimerla abbiamo spesso bisogno di una spinta iniziale, di una guida che ci indirizzi. Così è successo a me. Da ragazza timida a networker, addirittura chiamata a parlare a il Tempo delle Donne. Non sono diventata “miss sicurezza in se stessi”, ma sono sulla buona strada. Molto spesso gli stereotipi e la paura di essere giudicate limitano la nostra capacità di agire. Il mentoring e il networking sono armi utili per trovare il coraggio di affrontare queste paure. D’altronde si dice provando si impara, ed infatti ascoltando e buttandosi in nuove esperienze impariamo ad aumentare la nostra autostima, a promuoverci e dopo le prime volte, diventa un’abitudine. Infatti, io ho iniziato a partecipare con costanza ad eventi di networking, mi sono imposta di proporre sempre le mie idee ed ho scoperto che nella vita è tutto una questione di pratica».

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