La legge “Norme per la tutela sociale della maternità e
sull’interruzione volontaria della gravidanza”, più nota come 194 o
sbrigativamente legge sull’aborto, fu approvata in Italia nel 1978, dopo
anni di lotte.
Quella legge è ancora in piedi, ha superato il tentativo
di abrogazione attraverso due referendum, ma i suoi principi vengono
ciclicamente messi in discussione.
E’ accaduto in Parlamento nella
vicenda sulla procreazione medicalmente assistita, accade ogni giorno
negli ospedali italiani in cui obiettano anche i portantini, accade nei
consultori con i dissuasori, accade con l’ostruzionismo alla pillola
RU486 e perfino alla “pillola del giorno dopo”.
Da allora la parola AUTODETERMINANZIONE ha cambiato in modo
irreversibile la percezione del nostro corpo; ha modificato i costumi e
la cultura. Ma, da allora, temiamo che si voglia mettere mano a questa
legge perchè, se ciò avvenisse, siamo certe, sarebbe solo a nostro
svantaggio.
Quanto sta accadendo in Spagna dimostra che è possibile
tornare indietro, si può legiferare sui nostri corpi, contro di noi.
Più volte nel Laboratorio Donnae abbiamo parlato della responsabilità e
del privilegio che comporta avere un corpo che può generare. A questo
abbiamo dedicato il nostro primo appuntamento. E a questo punto sentiamo
che è arrivato il momento di trovarci, di parlarci per dare forma al
desiderio/bisogno di agire politicamente.
Agire non significa solo fare,
ma anche rinominare le cose.
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