Le donne che lavorano nei campi hanno le idee chiare: vogliono più
uguaglianza, più diritti e la fine della violenza nei loro confronti
di Alessandra Modica
Sono
più di 3 mila le donne che lavorano nel settore agricolo che giovedì
hanno marciato su Brasilia, per chiedere la fine della violenza contro
le donne che vivono nelle aree rurali, uguaglianza tra uomini e donne, e
maggiori diritti.
“La violenza sulle donne in queste zone è una realtà silenziosa.
Sappiamo che il fenomeno esiste- ha spiegato Eliane Jahn del Movimento
Donne Contadine all’AFP- e che i casi sono in aumento anche se non è possibile fare delle statistiche”.
Nel corso degli anni qualche miglioramento per le donne brasiliane
c’è stato. “Abbiamo ottenuto l’assegno di maternità, e il diritto di
possedere dei terreni agricoli- ha sottolineato Priscila Maciel Duarte
Lopes, donna indigena del villaggio di Dourados durante la protesta che
coincideva con l’incontro nazionale del ‘Movimento de Mulheres Camponesas do Brasil‘ – ma ancora è molta la strada da fare”.
Molte hanno lasciato il lavoro, le mucche, il giardino, per poter
arrivare nella capitale e rivendicare la loro uguaglianza con gli
uomini. “I nostri stipendi sono troppo bassi e gli investimenti nella
sanità e nell’istruzione sono insufficienti”, ha affermato Irene Moraes,
coltivatrice diretta.
La presidentessa brasiliana Dilma Rousseff
ha incontrato le manifestanti e ha promesso di attuare misure speciali
per aiutarle, consapevole dell’importanza che hanno nel Paese le donne
che lavorano nell’agricoltura.
Anche in Brasile, dunque, le donne scendono in piazza per migliorare la propria condizione, dopo le manifestazioni indiane e l’evento One Billion rising, nella speranza che qualcosa si muova.
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